Battaglia di Nihavand
La battaglia di Nihavand (in persiano جنگ نهاوند, Jang-e Nehāvend, in arabo ﻣﻌﺮﻛـة ﻧﻬﺎﻭﻧﺪ?, Maʿrakat Nihāwand) fu uno scontro tra arabi e sasanidi avvenuto nel 642 e snodo decisivo nella storia dell'Iran. Lo scontro si risolse in una disastrosa sconfitta per l'esercito sasanide che aprì la strada alla conquista islamica della Persia nei decenni successivi. La battagliaTeatro dello scontro - decisivo per la conquista islamica della Persia - fu la piana di Nahâvand, altrimenti nota come "Nehavend", "Nihavend", "Mah - Nahaavand" e "Nahawand",[1] oggigiorno fiorente città produttrice di tappeti, sita poco a sud di Hamadan (l'antica capitale dei Medi, Ecbatana), ad est di Malayer, e a nord-ovest di Borūjerd. A Nihāvand 30 000 arabi agli ordini di al-Nuʿmān b. Muqarrin attaccarono l'esercito sasanide forte di 150 000 soldati comandati da Fīrūzan. I Sasanidi avevano occupato una posizione ben difesa e, dopo un'incerta scaramuccia iniziale, Nuʿmān si finse sconfitto e abbandonò il campo di battaglia. A questo punto Fīrūzan commise un grave errore: lasciò la sua posizione di vantaggio e si precipitò all'inseguimento del nemico, che però lo attendeva in una gola nella quale l'esercito sasanide fu intrappolato e massacrato. Si dice, con grande esagerazione, che i caduti tra i persiani fossero più di 100 000; morirono anche i due comandanti. Con la morte di Yazdegerd III nel 651, ultimo Shāhanshāh sasanide, la conquista dell'Iran da parte araba fu compiuta. NoteBibliografia
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