Battaglia della Collina 3234
La battaglia della Collina 3234 (nell'ambito dell'Operazione Magistral) ebbe luogo nella provincia di Paktia tra il 7 e l'8 gennaio 1988 durante l'invasione sovietica dell'Afghanistan, ad opera della 9ª Compagnia appartenente al 345º Reggimento Guardie Indipendenti Aviotrasportate. Due dei soldati caduti, il sergente Vjačeslav Aleksandrovič Aleksandrov e il soldato Andrej Aleksandrovič Mel'nikov, sono stati decorati con l'onorificenza di Eroe dell'Unione Sovietica. In seguito, tutti i paracadutisti della compagnia, per questa battaglia, hanno ricevuto l'Ordine della Bandiera rossa e l'Ordine della Stella rossa. AntefattiNel novembre 1987 la 40ª Armata avviò l'Operazione Magistral al fine di mettere in sicurezza la strada che collega Gardez a Khowst, sotto assedio, per consentire ai convogli di rifornire la città raggiungendola in sicurezza. Alcune ricognizioni aeree identificarono capisaldi ribelli lungo tutta la strada equipaggiati con BM-21, mortai, cannoni senza rinculo e mitragliatrici pesanti. Uno dei punti che permetteva di avete il controllo di una notevole area era un rilievo senza nome rinominato Collina 3234 a causa della sua altezza di 3 234 m. Il reparto destinato a catturare e mantenere questa posizione era la 9ª Compagnia del 345º Reggimento Indipendente Guardie Aviotrasportate. BattagliaIl 7 gennaio 1988 i 39 membri della 9ª Compagnia vennero elitrasportati sulla collina e iniziarono a costruire fortificazioni e a mettere in sicurezza l'ambiente dell'operazione; intorno alle 15:00 le posizioni da poco occupate vennero fatte bersaglio di colpi di mortaio sparati dai Mujaheddin, a cui i sovietici risposero con fuoco di artiglieria. Durante il bombardamento si registrò la prima vittima sovietica, l'operatore radio caporale Andrey Alexandrovich Fedotov. Alle 15:30 venne respinto un primo attacco, seguito da un secondo alle 16:30 dallo stesso esito; i due attacchi causarono 2 morti nella 9ª Compagnia e circa 15 morti e 30 feriti tra i Mujaheddin. Intorno alle 23:10, durante un attacco notturno lanciato da tre direzioni, i ribelli riuscirono a penetrare nelle postazioni sovietiche ma vennero respinti. L'ultimo attacco venne lanciato alle 3 dell'8 gennaio; quando i difensori erano ormai a corto di munizioni vennero raggiunti da un plotone in ricognizione che permise ai sovietici rimasti di lanciare un contrattacco che causò la ritirata dei Mujaheddin.[1] Durante tutta la battaglia la compagnia poté contare sul supporto dell'artiglieria, fornito da obici D-30 e da 2S3 Akatsiya, coordinato dal tenente Ivan Pavlovich Babenko. Nel complesso la 9ª Compagnia respinse 12 attacchi nel giro di 12 ore, di cui 9 concentrati tra le 20 e le 3; tra i difensori si registrarono 6 morti e 28 feriti, di cui 9 in maniera grave. Le perdite esatte subite dai Mujaheddin sono sconosciute: è stimato che alla battaglia abbiano partecipato tra 200 e 300 ribelli e che di questi almeno 200 siano stati uccisi o feriti.[2] Da alcune ispezioni sui corpi di ribelli uccisi e dalle loro uniformi nere a strisce rosse e bianche emerse che quella che era stata respinta era una forza organizzata di ribelli addestrati in Pakistan; la presenza sul campo di battaglia di mercenari pakistani è altresì stata ipotizzata.[3] Membri della 9ª CompagniaDue dei soldati caduti, il sergente giovane Vjačeslav Aleksandrovič Aleksandrov e il soldato Andrej Aleksandrovič Mel'nikov, sono stati decorati con l'Eroe dell'Unione Sovietica. In seguito, tutti i paracadutisti sopravvissuti hanno ricevuto l'Ordine della Bandiera rossa e l'Ordine della Stella rossa. Ufficiali e sottufficiali
Soldati e sergenti
Nella cultura di massa
Note
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