Questa antica diocesi bizantina è documentata nelle Notitiae Episcopatuum del patriarcato dal VII al XIV secolo, dapprima come arcidiocesiautocefala, e dall'inizio del X secolo come sede metropolitana.[2] Secondo la Vita Ignatii di Stiliano di Neocesarea, Eucaita fu elevata al rango di metropolia dal patriarcaFozio in occasione della sua restaurazione sulla sede costantinopolitana nell'880, o poco dopo.[3] Le Notitiae del X, XI e XII secolo assegnano a Eucaita quattro diocesi suffraganee, Gazala, Koutziagra, Sibiktos e Bariané,[4] che furono probabilmente sedi effimere, benché siano documentati vescovi per queste diocesi.[5]
La diocesi è documentata per la prima volta verso la fine del V secolo, durante il regno dell'imperatoreAnastasio I (491-518), secondo un'iscrizione di questo periodo, che attesta anche l'esistenza del primo vescovo noto, Mamas; in quest'epoca la diocesi era ancora suffraganea dell'arcidiocesi di Amasea.[6] Il primo arcivescovo conosciuto è Epifanio, alla fine del VII secolo, che partecipò al concilio ecumenico del 680 e al concilio in Trullo del 692. Il primo prelato attestato come metropolita fu Teodoro Santabarenos, imposto sulla sede di Eucaita dal patriarca Fozio, che in precedenza aveva costretto alle dimissioni l'arcivescovo Eufemiano.
Eucaita era famosa per aver dato i natali a san Teodoro, martirizzato a Amasea e le cui reliquie furono trasferite a Eucaita nel IV secolo; da questo momento la città divenne sede di un importante pellegrinaggio sulla tomba del santo.[7]
Nella prima metà del XIV secolo la sede fu data in amministrazione ai metropoliti di Apro e di Cesarea; nel corso del secolo la sede fu soppressa per la crescente presenza mussulmana e la fine della comunità cristiana.[7]
^Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, Paris, 1981, indice p. 490, voce Euchaita, archevêché d'Hélénopontos.
^Darrouzès, Remarques sur des créations d'évêchés byzantins, pp. 215–216.
^Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 287, nnº 686-690; p. 332, nnº 668-672; p. 365, nnº 740-745.
^Stiliano vescovo di Koutziagra (Στυλιανῷ ἐπισκόπῳ Κουτζιάγρων), è documentato da un sigillo vescovile datato al X secolo. PmbZ 27414.
^C. Mango, I. Sevcenko, Three Inscriptions of the Reign of Anastasius I and Constantine V, in «Byzantinische Zeitschrift» 65 (1972), pp. 379-384. La proposta di questi due autori, che attribuiscono il vescovo Mamas alla sede di Euchaita, contraddice quanto detto in precedenza da altri autori, che attribuiscono Mamas, e l'iscrizione che lo menziona, alla sede di Amasea, dove è stata trovata l'iscrizione. Sophrone Pétridès, Note sur une inscription chrétienne d'Amasée, Echos d'Orient 1900, pp. 273-278. Siméon Vailhé, v. Amasea, in «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. II, Paris, 1914, coll. 964-970.
^Michael, PmbZ nº 25269. A questo vescovo può essere attribuito un sigillo datato tra X e XI secolo (PmbZ 25304).
^Il sigillo che menziona questo vescovo riporta solo le prime due lettere iniziali del nome, che potrebbe corrispondere a Teodoro, Teodosio, Teodoto o Teodulo. Catalogue of Byzantine Seals at Dumbarton Oaks…, p. 47.
^Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 769.
^Le Quien inserisce il nome di questo vescovo anche nella cronotassi dei vescovi di Teodoropoli in Tracia, erroneamente identificata con la sede di Euchaneia documentata dalle Notitiae Episcopatuum del patriarcato. Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae, p. 87. Asdracha, La thrace orientale et la mer Noire, edizione online, nota 131. N. Oikonomides, Le dedoublement de Saint Theodore et les villes d'Euchaita et d'Euchaneia, Analecta Bollandiana 104 (1986), pp. 327-335.