Apostolo ZenoApostolo Zeno (Venezia, 11 dicembre 1668 – Venezia, 11 novembre 1750) è stato un poeta, librettista, giornalista e letterato italiano. BiografiaNobile veneziano, fu educato presso i padri Somaschi, entrò in contatto con la letteratura legata alla nascente Arcadia e figurò nel 1691 tra i fondatori dell'Accademia degli Animosi.[1] Nel 1695 compose il primo libretto d'opera, Gl'inganni felici, che ottenne un grande successo rendendolo librettista alla moda. Dal 1705 collaborò con Pietro Pariati, lasciando probabilmente a quest'ultimo il verseggiamento e riservando a se stesso l'organizzazione del materiale in atti e scene. Iniziò l'attività di giornalista letterario nella Galleria di Minerva di Girolamo Albrizzi (1696), assumendone poi anche funzioni direttive, ma ne prese le distanze quando si rese conto di non essere riuscito a darle l'impronta desiderata, tanto che finì col definirla una "scempiaggine". OpereCompose 36 libretti d'opera d'argomento storico e mitologico, fra i quali Gli inganni felici, 1695, Faramondo, 1698, Lucio Vero, 1700, Merope, 1711, Alessandro Severo, 1716, Griselda, 1718 e 1722, Teuzzone, 1719, Andromaca, 1724, Semiramide, 1725, e 17 oratorii, fra i quali Giuseppe, 1722, Gioaz, 1726, David umiliato, 1731. Fra le opere letterarie, le Dissertazioni vossiane sono delle aggiunte e correzioni al De historicis latinis del Vossio, mentre furono pubblicate postume le sue Annotazioni alla Biblioteca della eloquenza italiana di Giusto Fontanini. Scrisse inoltre le vite del Sabellico, del Guarini, del Davila e d'Aldo Manuzio, e progettò due monumentali opere, mai realizzate, di carattere storico-letterario: una Storia degli scrittori veneziani e una Storia dei poeti italiani. Ampio è il suo Epistolario. ConsiderazioniIl libretto d'opera deve possedere capacità di sintesi drammatica per ricavare un intreccio che si adatti agli schemi operistici e con un linguaggio che si pieghi alla sovrapposizione musicale e sia di facile comunicazione. Dalle condanne espresse sul melodramma, di essere inverosimile e grossolano e di mortificare l'espressione letteraria, nacque l'esigenza di maggiore verosimiglianza nell'intreccio e di dignità letteraria del testo. Lo Zeno fu il primo ad avviare una riforma rendendo il melodramma più sobrio, secondo i principi arcadici, sviluppati poi dal Metastasio; ispiratosi alla tragedia francese, rispettò, come quella, la regola dell'unità di tempo e di luogo, ridusse il numero dei personaggi e delle scene ed eliminò i ruoli buffi, costruendo le opere in modo che potessero essere rappresentate anche senza musica. Ma l'azione drammatica è rigida e senza vita e l'invenzione fantastica è povera. Francesco De Sanctis, riferendosi al Metastasio, scrive che « se guardiamo al meccanismo, il suo dramma è congegnato a quel modo che avea già mostrato Apostolo Zeno. Ma il meccanismo non è che la semplice ossatura. Metastasio spirò in quello scheletro le grazie e le veneri di una vita lieta e armoniosa. E fu il poeta del melodramma, di cui lo Zeno era stato l'architetto ».[3] LibrettiDi seguito è riportato l'elenco di alcuni tra i libretti di Apostolo Zeno. I titoli seguiti da * furono realizzati in collaborazione con Pietro Pariati:
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
|