Apalochlamys spectabilis
Apalochlamys spectabilis (Labill.) J.H.Willis, 1967 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Gnaphalieae e sottotribù Gnaphaliinae). Apalochlamys spectabilis è anche l'unica specie del genere Apalochlamys Cass., 1828.[1][2] EtimologiaIl nome del genere (Apalochlamys) deriva dal greco "apalo-" (= senza, debole) e "chlamys" (= mantello) e si riferisce all'involucro morbido.[3] L'epiteto specifico (spectabilis) deriva dal latino e significa "degno di essere osservato".[4] Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Jacques Julien Houtou de Labillardière (1755-1834) e James Hamlyn Willis (1910-1995) nella pubblicazione " Muelleria; an Australian Journal of Botany. Melbourne" (Muelleria 1: 160) del 1967.[5] Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781-1832) nella pubblicazione " Dictionnaire des Sciences Naturelles, dans lequel on traite méthodiquement des différens êtres de la nature, considérés soit en eux-mêmes, d'aprés l'état actuel de nos connoissances, soit relativement à l'utilité quén peuvent retirer la médecine, l'agriculture, le commerce et les arts. Strasbourg. Edition 2" (Dict. Sci. Nat., ed. 2. [F. Cuvier] 56: 223) del 1828.[6] DescrizionePortamento. Le specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo perenne (o bienne). La pianta è aromatica e può possedere peli ghiandolari. I cauli di queste piante sono provvisti del floema, ma non di canali resiniferi; mentre i sesquiterpeni lattoni sono normalmente assenti (piante senza lattice).[7][8][9][10][11][12] Fusto. La parte aerea in genere è eretta, semplice, bianca e tomentosa. Altezza media 1 - 2 metri. Foglie. Le foglie in sono disposte in modo alternato e sono quasi sempre sessili (amplessicauli). La lamina è intera e ampia con forme da lanceolate a oblunghe; i margini sono continui a volte crenati. La superficie è tomentosa o lanosa sulla superficie inferiore; verde e ghiandolare-pubescente su quella superiore. Dimensione delle foglie: lunghezza 6 – 10 cm; larghezza 15 – 25 mm Infiorescenza. Le sinflorescenze sono composte da diversi capolini raccolti in formazioni di panicoli piramidali. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino sessili di tipo disciforme (con fiori eterogami). I capolini sono formati da un involucro, con forme da cilindriche a campanulate, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, glabre a consistenza cartacea e colorate di bruno, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie e possono essere connate alla base (strati di stereoma indiviso); talora possono avere un margine ialino. Il ricettacolo è provvisto di pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è conica. Lunghezza della sinflorescenza: 15 – 40 cm. Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre tubulosi, attinomorfi e si distinguono in:
In questo gruppo di piante i fiori radiati (ligulati o del raggio) sono assenti; a volte sono confusi con i fiori femminili (tubulosi) del disco esterno più o meno sub-zigomorfi con un lembo piatto e possono essere interpretati come fiori del raggio.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono piccoli a forma ellissoide-cilindrica; la superficie può essere ricoperta di tricomi glandolari (oppure glabra); il pericarpo può essere percorso longitudinalmente da alcuni (da 4 a 7) fasci vascolari o coste. Il pappo è formato da 12 - 18 setole capillari (piumose o barbate) connate in un anello. Lunghezza degli acheni: 0,7 mm. Lunghezza del pappo: 2,5 mm. BiologiaImpollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne). Distribuzione e habitatLa specie di questa voce è distribuita in Australia meridionale e Tasmania.[2] Cresce su dune e suoli sabbiosi vicino al mare, spesso in siti disturbati.[12] TassonomiaLa famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][10][11] FilogenesiIl genere della specie di questa voce è descritto nella tribù Gnaphalieae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae. Da un punto di vista filogenetico, la tribù Gnaphalieae fa parte del supergruppo (o sottofamiglia) "Asteroideae grade"; l'altro è il supergruppo "Non-Asteroideae" contenente il resto delle sottofamiglie delle Asteraceae. All'interno del supergruppo è vicina alle tribù Senecioneae, Calenduleae, Astereae e Anthemideae.[17][18] La sottotribù Gnaphaliinae è caratterizzata da portamenti di vario tipo con specie ginomonoiche e monoiche, da foglie con margini interi, da capolini disciformi omogami o eterogami e raramente radiati (o subradiati), dallo stilo con rami troncati e superfici stigmatiche separate apicalmente, da acheni glabri o con tricomi allungati e pappo ridotto.[19] Il genere Apalochlamys della specie di questa voce appartiene al gruppo Australasian clade, un gruppo informale monofiletico della sottotribù Gnaphaliinae diviso in quattro sottocladi: Angianthus (specie effimere dell'Australia occidentale), Waitzia (specie perenni dell'Australia orientale), Cassinia (specie con portamento arbustivo) e Euchiton (specie perenni simili a piante lanose e alpine).In particolare il genere di questa voce è posizionato nel subclade "Cassinia 2" che insieme ai cladi Cassinia 1 e Euchiton formano un "gruppo fratello".[20]. I caratteri distintivi della specie Apalochlamys spectabilis sono:[11]
SinonimiSono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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