Antennaria dei Carpazi
(DE) Karpaten-Katzenpfötchen
(FR) Pied de chat des Carpates
I Sempiterni del calcare (nome scientifico Antennaria carpathicam (Wahlenb.) Bluff. & Fingerh., 1825) sono delle piante erbacee perenni delle alte quote alpine appartenenti alla famiglia delle Asteraceae.
Etimologia
Il nome del genere (Antennaria) deriva dal latino”antenna” a causa dell'aspetto a piumetto setaceo dei peli del pappo, molto simili alle antenne di alcune farfalle[1]. L'epiteto specifico (carpathica) deriva dalla zona di origine di questa pianta (i monti Carpazi). Il termine comune (semprevivi o sempiterni) deriva dal fatto che i capolini anche dopo raccolti rimangono compatti e rigidi per un lungo tempo.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Antennaria carpathicam) è stato proposto inizialmente dal botanico e micologo svedese
Göran Wahlenberg (1780 – 1851), perfezionato in seguito, con successivi studi, dai botanici Bluff Joseph Mathias (1805-1837) e Anton Carl Fingerhuth (1802-1876) nella pubblicazione ”Compendium Florae Germaniae” del 1825[2].
Descrizione
Sono piante non molto alte: 5 – 15 cm (al massimo 24 cm). Sono inoltre classificate come monoiche: ogni pianta ha un solo genere di fiori (o maschili o femminili). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso con poche di foglie. Tutta la pianta è più o meno bianco-tomentosa.
Le fogliebasali sono bianco-tomentose sono intere a forma da lineare-lanceolata a oblanceolata con apice acuto; sono inoltre tri-nervie. Quelle lungo il caule sono disposte in modo alterno, sono più o meno simili a quelle basali ma progressivamente più ridotte, la superficie di sotto è più cotonosa. Dimensione delle foglie basali: larghezza 5 – 8 mm; lunghezza 25 – 45 mm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono formate da pochi capolini riuniti in una fascetta terminale, sono bianco-grigiastri (la colorazione è data dall'involucro di brattee e non dalla corolla). La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: esternamente si ha un involucro cilindrico composto da diverse squame che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: i fiori esterni ligulati (assenti in questo genere), e i fiori del disco centrale tubulosi. In particolare i fiori per ogni capolino sono o solo maschili o solo femminili (piante monoiche). Le squame (o brattee) sono scariose e colorate di bruno paglierino chiaro. Dimensione dei capolini: larghezza 4 – 6 mm; lunghezza 10 mm.
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame quasi inesistenti.
Corolla: i petali della corolla sono 5; i fiori sono saldati a tubo e terminano in cinque denti. I fiori femminili sono purpurei, quelli maschili sono biancastri.
Androceo: gli stami (5) hanno delle antere acute e caudate alla base; sono saldate e formano una specie di manicotto avvolgente lo stilo[6]. I granuli pollinici possiedono uno strato basale spesso e regolarmente perforato[7].
Gineceo: i carpelli sono due e formano un ovario bicarpellare infero uniloculare. Lo stilo è unico con linee stigmatiche marginali[7], appiattito (senza appendici) e terminante in uno stigma bifido.
Fioritura: da giugno ad agosto.
Frutti
I frutti sono degli acheni con un pappo formato da peli semplici di colore bianco o giallastro. Lunghezza dell'achenio: 1,5 mm.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione: in Italia si trova solo al nord nelle Alpi e all'estremo nord degli Appennini, ed è considerata una specie rara. Sempre nelle Alpi ma oltreconfine si trova ovunque, mentre sugli altri rilievi europei si trova nel Massiccio del Giura, Pirenei e monti Carpazi.
Habitat: l'habitat tipico sono i pascoli subalpini e alpini. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 2000 fino a 2500 ms.l.m. (raramente fino a 3000 ms.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino e in parte subalpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[9]:
Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite.
Classe: Carici rupestris – Kobresietea bellardii
Ordine: Oxytropido-Elynetalia
Alleanza: Oxytropido-Elynion
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di Antennaria carpathica (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[10] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[11]). Il genere di questa specie non è molto numeroso: una ventina di specie circa.
Il basionimo per questa specie è: Gnaphalium carpaticum Wahlenb. (1814)[9].
Il numero cromosomico di A. carpathica è: 2n = 56[12].
Variabilità
Questa pianta è poliploide (il numero cromosomico è alto) per cui è abbastanza variabile. La variabilità si manifesta nella lanosità generale della pianta e soprattutto nelle foglie che possono essere anche più o meno larghe (in genere le popolazioni dei Carpazi hanno foglie più larghe: 5,5 – 8,5 mm). Di questa pianta sono descritte le seguenti varietà o specie simili (a seconda dei vari autori)[13]:
Antennaria lanata (Hook.) Greene: le foglie si presentano lanose su entrambe le facce; è una specie esclusiva dell'America Settentrionale.
Antennaria helvetica Chrtek & Pouz.: la superficie superiore delle foglie è glabrescente; le foglie basali sono lievemente più strette (2 – 4,5 mm); si trova nelle Alpi Svizzere.
Per alcuni autori tuttavia queste entità rientrano nella variabilità individuale e sono quindi prive di valore tassonomico.
Il seguente elenco di varietà è tratto da alcune checklistNord Americane[12]:
var. humilis Hook. (1834)
var. laestadiana Trautv.
var. lanata Hook. (1834)
var. pulcherrima Hook. (1834)
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Antennaria helvetica Chrtek & Pouz. (nominativo incluso in A. carpathica)
Antennaria lanata Chrtek & Pouz., non Greene
Specie simili
L'altra specie di questo genere (Antennaria dioica) presente in Italia può essere confusa con i “Sempiterni del calcare”; si distingue comunque per le foglie ad apice appuntito, la presenza di un rizoma strisciante e la colorazione più rosata nei capolini femminili; inoltre vegeta a quote più basse.
Note
^Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 29 gennaio 2011.
Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 53, ISBN88-7621-458-5.