"Ansprando" è un nome germanico, portato nella penisola italica per tradizione longobarda; la forma nella lingua longobarda è Ansprand, da cui derivano le forme latinizzate e italianizzate.[3] "Ansbrando" ne è una forma più rara successiva avvicinatasi alla lingua francone[19]. È composto da due elementi: in prima posizione ans, dal proto-germanico *ansuz (runa: ᚨ), che significa "dio, spirito, suono creatore, il dio Odino" (cf. gli Asi o Ansi, gli spiriti del cielo nella religione germanica)[20], e in seconda posizione prand, brand, dal proto-germanico *brandaz, "spada, fuoco, fiamma"[10]. Il significato può essere dunque "spada divina/di Dio" o "spada spirituale/dello spirito", "suono divino" o "suono spirituale", "fuoco/fiamma divino/a" o "fuoco/fiamma spirituale"[4].
Fu il nome proprio di Ansprando (c. 655–c. 712), re di Lombardia, che fondò una propria dinastia ― l'ultima schiettamente longobarda e duratura ― sventando un'usurpazione del trono lombardo da parte di un ramo illegittimo della dinastia bavarese e conciliando le rivalità culturali e politiche tra Austria (Lombardia orientale) e Neustria (Lombardia occidentale), e fu padre del re Liutprando, il più celebre sovrano lombardo che conferì dignità regale alla dinastia carolingia di Francia adottando Pipino il Breve e permise la fondazione dello Stato Pontificio nel centro della penisola d'Italia mediante la Donazione di Sutri, segnando così il corso della storia di tutta l'Europa[3]. Nelle arti, il re appare nella tragediaAidulfo di Bernardo Marrai, liberamente ispirata a quel periodo della storia lombarda[21].
Sempre nei secoli del Medioevo, il nome fu portato da vari personaggi minori, di Lombardia, Toscana, Beneventano e altre entità statuali della penisola italiana non meglio specificate[22][23]. Lo stesso nome nelle sue forme norreno-scandinave è portato da vari personaggi di sagheislandesi[17], inclusa una cronaca risalente al X secolo relativa a spedizioni norrene nell'America settentrionale[24]. Dalle forme norrene del nome derivano le varianti italiane alternative, presenti in alcune traduzioni di dette saghe, "Asbrando"[7] e "Osbrando"[8].
^ Bruno Migliorini, Onomastica, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935. "... i nomi longobardi si possono distinguere da quelli franchi per mezzo delle caratteristiche fonetiche: p. es., i nomi in -paldo, -perto, -prando, che presentano l'antica b trasformata in p in seguito alla seconda mutazione consonantica, sono longobardi, mentre il franco mantiene b (-baldo, -berto, -brando)".
^Ansuz, su runemal.org, Runemal - Accademia di runologia archetipica.