Annabel LeeAnnabel Lee è l'ultima poesia completa di Edgar Allan Poe, scritta nel 1849, anno della morte dello scrittore statunitense, e pubblicata l'anno seguente, nel 1850, come postuma. In questa lirica, con le classiche tinte gotiche di Poe, quest'ultimo descrive il suo amore, dalla prima infanzia fino alla maturità, per la misteriosa "Annabel Lee", da cui deriva il titolo della poesia, e probabilmente riconducibile alla moglie dello scrittore, Virginia Eliza Clemm, morta prematuramente. Infatti il componimento narra il loro tenero amore fino alla tragica morte di lei, ma anche di come essi siano così legati da vincere anche la separazione terrena, tanto da fare invidia agli dei, e da infine ricongiungersi per l'eternità altrove (luogo però da non confondere con il Paradiso cristiano, visto il materialismo del poeta, con una particolare visione vitalistica comunque diversa dalla religione tradizionale). Testo(EN)
«It was many and many a year ago, I was a child and she was a child, And this was the reason that, long ago, The angels, not half so happy in Heaven, But our love it was stronger by far than the love For the moon never beams, without bringing me dreams (IT)
«Molti e molti anni or sono, Io fanciullo, e lei fanciulla, E proprio per questo, molto molto tempo fa, Gli angeli, molto meno felici di noi, in cielo, Ma il nostro amore era molto, molto più saldo Mai, infatti, la luna risplende ch’io non sogni StoriaPubblicazione«Dunque la morte di una bella donna è, fuor di discussione, il più poetico tema in tutto il mondo.» La poesia fu composta probabilmente nel maggio del 1849, a pochi mesi dalla morte dell'autore. Poe si assicurò che la poesia venisse stampata, prima che morisse: perciò ne offrì una copia a Rufus Wilmot Griswold, suo esecutore del testamento. Griswold fu il primo a pubblicare la poesia solo localmente, il 9 ottobre 1849 (appena 2 giorni dopo la morte di Poe) e poi nel mondo l'anno seguente la morte di Poe, il 1850, come postuma, sul New-York Tribune.[2] Traduzione più famosaNel 1925 lo scrittore portoghese Fernando Pessoa tradusse The Raven, ossia Il corvo,e codesta Annabel Lee, due dei più celebri capolavori poetici di Edgar Allan Poe. pubblicandoli entrambi sul primo volume di “Athena” – Revista de Arte. L’intenzione era quella di proporre una versione, a dir suo, "ritmicamente e metricamente più conforme all’originale", offrendo al pubblico "le sensazioni, i suoni, le tensioni della poesia in lingua inglese." In seguito, tra il 1926 e il 1928, Pessoa avrebbe tradotto anche Ulalume e Ligeia.[3] Analisi«È forse il più chiaro e splendido esempio di poesia mai pubblicato in America, ed è insuperato nella poesia inglese per livello di immaginazione, per versificazione, fluida e leggiadra, e per un'ingegnosità magistrale.[4]» Struttura poeticaAnnabel Lee è una poesia composta da sei strofe di metrica irregolare: tre con sei versi, una con sette e due con otto, con lo schema delle rime diverso in ciascuna. Nonostante Annabel Lee non sia, secondo le regole della metrica, una ballata, l'autore l'ha sempre considerata come tale, citandola come ballad ("ballata", appunto) in diverse sue lettere. Di particolare importanza è il nome stesso della misteriosa donna amata, nonché dell'intera lirica "Annabel Lee": infatti in esso è evidente l’allitterazione del suono «L», molto frequente in tutta l'opera dello scrittore, tanto che diversi suoi personaggi femminili possiedono una o più lettere "l" nel nome (basti pensare alle poesie Lenore, Ulalume e Eulalie, e ai racconti Morella e Ligeia).[5] Significato e commentoLa poesia si concentra su un amore ideale di straordinaria intensità, tra un uomo innamorato, l'io narrante, corrispondente probabilmente all'autore Edgar Allan Poe, e una bella donna di nome "Annabel Lee", riconducibile all'amatissima moglie di Poe, Virginia Eliza Clemm la quale lo scrittore idolatrava più di chiunque altro e considerava sua musa ispiratrice per numerose opere, e che, quando morì prematuramente di tubercolosi a soli 24 anni, gettò in una profonda depressione l'autore. Il narratore ammette che entrambi erano bambini quando si innamorano, ma la spiegazione della morte della donna dovuta agli angeli è infantile, incantata, e suggerisce al lettore che il poeta non sia poi così cresciuto da allora. A differenza de Il corvo, poesia a sfumature horror in cui il narratore crede che non si riunirà mai più col suo amore, in questa poesia egli sostiene che entrambi gli innamorati staranno di nuovo insieme, dal momento che nemmeno "i demoni dentro il profondo mare mai potran separare la mia anima dall'anima della bella Annabel Lee".[6] AccoglienzaNella cultura di massaLa fortuna di Annabel Lee è stata enorme, sin dal decennio della sua pubblicazione nel 1850: infatti, per esempio, con questo titolo, è stata la prima canzone in assoluto scritta dal cantautore italiano Claudio Baglioni, a soli 16 anni.[7] La singola Annabel Lee è stata la principale fonte d'ispirazione per Vladimir Nabokov in tuttala sua opera, soprattutto per il suo romanzo Lolita, del 1955, nel quale il protagonista, da bambino, si innamora della malata terminale Annabel Leigh "in un principato in riva al mare".[8] Note
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