Ambrogio Fogar

Ambrogio Fogar nel 1975

Ambrogio Fogar, all'anagrafe Ambrogio Antonio Fogar (Milano, 13 agosto 1941Milano, 24 agosto 2005), è stato un navigatore, esploratore, scrittore e conduttore televisivo italiano.

Biografia

Figlio di Antonio Fogar, funzionario delle Assicurazioni Generali, e Alma, docente; è il secondo di quattro fratelli.[1] Nato e cresciuto a Milano, si dedica all'avventura fin da giovanissimo; è a Trieste, città natale del padre, che vede per la prima volta il mare.[1] A neanche 18 anni aveva già attraversato per ben due volte le Alpi con gli sci, oltre ad aver intrapreso imprese come scalatore[2][3]. In questo periodo, inoltre, si diploma in ragioneria.[4] Tra le competizioni sciistiche più importanti a cui ha preso parte figurano la Marcialonga in Italia e la Vasaloppet in Svezia, gareggiando sulle distanze di 70 km e 90 km.[5]

Poco più che maggiorenne inizia a praticare il paracadutismo e si dedica in seguito al volo acrobatico[4]. Poco dopo aver terminato il servizio militare di leva, durante il suo 56º lancio un inconveniente tecnico mette a rischio la sua vita: il paracadute non si apre e precipita a 100 km/h; fortunatamente si salva[2][6]. In questo periodo, nutrendo interesse per la politica internazionale e la sociologia, ha frequentato scienze politiche presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC) di Milano. Ambrogio Fogar, inoltre, prende il brevetto di pilota per piccoli aerei acrobatici; sempre in questi anni ha lavorato anche alla Scala di Milano.[3][5] Era anche radioamatore, a lui era assegnato il nominativo I2NSF.

Ambrogio Fogar nel 1972 a Milano

Dopo l'aria passa all'esperienza sul mare: tra la fine degli anni '60 e gli inizi degli anni '70 partecipa a varie regate nel Mediterraneo. Nel 1972 attraversa il Nord-Atlantico in solitaria e per quasi tutto il viaggio senza l'uso del timone a causa di un'avaria. La transatlantica in solitario, la OSTAR 1972, lo porterà ad essere uno dei primi due italiani ad aver compiuto questa impresa.[7] Nel 1973 partecipa alla regata Cape2Rio Città del Capo-Rio de Janeiro.[3]

Nel 1973 pubblica per la Bietti Il mio Atlantico; con il libro si aggiudica il premio CONI per la letteratura[8] e l'anno successivo il Premio Bancarella Sport.[9]

Dal 1º novembre 1973 al 7 dicembre 1974, per un totale di 402 giorni,[10] esegue la circumnavigazione del globo in solitaria da est verso ovest, cioè in direzione opposta rispetto alle correnti, con uno sloop, un tipo di barca a vela, chiamato "Surprise". Questo giro del mondo nella direzione opposta ai venti e alle correnti predominanti, iniziato ed anche terminato a Castiglione della Pescaia (GR) nelle acque della Toscana, lo fa di fatto entrare come primo italiano nell'olimpo dei suoi predecessori, quali lo statunitense Joshua Slocum e i britannici sir Francis Chichester e Chay Blyth.[11]

Nel 1974 viene premiato, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), con la Medaglia d'oro al valore atletico per meriti eccezionali in base all'articolo 2 del regolamento della circumnavigazione in solitario in barca a vela[12]. Sempre nel 1974 riceve il Grifone d'oro per aver compituto la circumnavigazione del globo, impresa caratterizzata dalle eccezionali doti di coraggio e perizia, e dall'esaltazione dei valori dello spirito che possono prevalere sulla materia e dare un senso e un ideale alla vita umana.[13]

Il 13 gennaio 1975 è stato nominato Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana[14]; nello stesso anno con il "Surprise" affianca lo yacht del Presidente dell'Egitto Sadat durante la riapertura del Canale di Suez[15]. Inoltre, nel 1975, pubblica per la Rizzoli il best seller 400 giorni intorno al mondo. Sempre nello stesso anno, il 17 novembre, nasce a Tradate la sua primogenita Francesca, avuta da Maria Teresa Panizzoli. Inoltre, nel 1975, ha ricevuto il "Premio atleta dell'anno"[16].

Negli anni '70, inoltre, è stato il padrino di cresima di Guido Meda[17].

Nel 1976 è la volta di un'altra transatlantica in solitario, Ambrogio Fogar affronta la OSTAR 1976. Pubblica il libro Messaggi in bottiglia. Da un catamarano in mezzo all'Atlantico - O.S.T.A.R. '76 edito Landoni.[18]

L'anno successivo decide di esplorare il Triangolo delle Bermude e lo fa insieme a Enzo Maiorca e Uri Geller.[19] Nello stesso anno, inoltre, pubblica L'ultima leggenda, libro edito Rizzoli.

Sempre nel 1977 si prepara per una nuova impresa a bordo del "Surprise", si tratta di una traversata transatlantica a cui partecipa anche Alberto Rudi, cognato di Ambrogio Fogar in quanto marito della sorella di Ambrogio, Maria Grazia[20]. Nel 1978, precisamente il 6 gennaio, salpa da Mar del Plata intraprendendo la navigazione verso l'Antartide; però, il 18 gennaio, al largo delle isole Falkland nel Sud dell'Oceano Atlantico, la sua imbarcazione viene colpita da un branco di orche o balene e affonda in poco tempo[21]. Con lui c'è il suo amico e compagno di viaggio, il giornalista Mauro Mancini. I due, che riescono a portare con loro sulla zattera autogonfiabile di salvataggio solo un po' di zucchero e un pezzo di pancetta e a uccidere a colpi di remi due cormorani nelle settimane successive, sopravviveranno in mare bevendo acqua piovana e nutrendosi di una specie di telline che si attaccava al fondo della zattera. Il 2 aprile, dopo 74 giorni alla deriva, vengono finalmente individuati e soccorsi dal mercantile greco Master Stefanos al comando di Johannis Kukunaris. In gravissime condizioni, i due hanno perso circa 40 chilogrammi ciascuno, e due giorni dopo Mauro Mancini muore di polmonite. Solo Ambrogio Fogar riesce a sopravvivere.[22]

Nel 1978 pubblica La zattera, libro edito Rizzoli, e Il giro del mondo del Surprise, edito Epipress-Famiglia cristiana; nello stesso anno riceve il Premio Barendson[23]. Nel 1979 vince il Premio Bancarella Sport con il libro La zattera edito Rizzoli[9]; nello stesso anno viene pubblicato il vinile Ambrogio Fogar - Chi è la mamma del Sole? per la Lotus[24]. Riceve la medaglia d'oro al valore marinaro[25].

Negli anni '80 Ambrogio Fogar è il direttore della collana Dentro l'avventura pubblicata per Rizzoli Junior[26]. Tra il 23 e il 26 febbraio 1980, sul Pizzo Fornalino delle Alpi Pennine, Ambrogio Fogar, Graziano Bianchi e Ambrogio Veronelli, sulla parete est, aprirono una via d'arrampicata lunga 350 m, fino alla vetta.[27] Nel 1981 partecipa al "Grand Prix", correndo sulla distanza di 20 km e 800 m; la corsa su strada si è sviluppata nei territori del meratese[28].

Negli anni '80, insieme a Claudio Schranz, fece due spedizioni polari.[29] Sempre negli anni '80 trascorre due mesi in Alaska per imparare a guidare i cani da slitta; poi si sposta sull'Himalaya e in Groenlandia; inoltre, in Italia, trascorre una settimana in un crepaccio sull'Adamello; tutto questo per prepararsi per la sua prossima impresa.[3][5] Infatti, nel 1983 in compagnia del fido Armaduk, il suo forte cane eskimo[30], conquista a piedi il Polo nord. L'impresa è durata 51 giorni.[31] Negli anni '80, inoltre, Armaduk spesso viene contrattato da un'azienda che produce alimenti per animali e, oltre ad avere il suo nome e la sua immagine sulle confezioni, intraprende anche dei tour promozionali. Sia Ambrogio Fogar che Armaduk, inoltre, diventano personaggi della LEGO.[32][31] Armaduk morirà il 24 febbraio 1993 di vecchiaia, all'età di 17 anni;[31] il 4 ottobre 2022, nella Giornata mondiale degli animali, gli sarà dedicata un'area sgambamento cani a Desio[33][34].

Nel 1983 pubblica Sulle tracce di Marco Polo, libro edito da Mondadori, e Verso il Polo con Armaduk, edito da Rizzoli. È il protagonista di Poli Mirabilia - La marcia sul pack e altre meraviglie, radio-documentario presentato al Prix Italia nel 1983[35] e trasmesso da Rai Radio 1 nel 1984[36].

Gli anni '80 fanno da sfondo a due importanti momenti sentimentali: avviene la rottura con Maria Teresa Panizzoli e, nello stesso decennio, inizia una relazione con la donna che sarà la sua ultima compagna, l'ungherese Katalin Szijarto.[37][38]

Diventa conduttore televisivo e abile divulgatore, mettendo a frutto le proprie capacità di esploratore, con il fortunato programma d'avventura Jonathan - Dimensione avventura da lui creato e trasmesso su Canale 5 dal 1984 al 1986 e successivamente su Italia 1 dal 1986 al 1991[39][40]. Per realizzare il programma Ambrogio Fogar ha girato il mondo con la sua troupe, realizzando immagini di rara bellezza e spesso in condizioni di estremo pericolo[41]. Parallelamente, trasmesso sulle stesse reti negli stessi anni, Ambrogio Fogar conduce anche Antologia di Jonathan[42][43]. Nel 1985 con Jonathan - Dimensione avventura vince il Gran Premio Internazionale dello Spettacolo e riceve quindi il Telegatto[44].

Nel frattempo tra il 1987 e il 1988 co-conduce Parliamone, il talk di Buongiorno Italia, su Canale 5[45]. Nel 1988 fonda una casa di produzione[46]. Tra il 1989 e il 1991 conduce Campo base - Il mondo dell'avventura e Speciale campo base, programmi andati in onda per la televisione slovena su TV Koper-Capodistria e per la televisione italiana su Canale 5 e dal 1990 anche su TELE+2.[40][47][48][49]

Pubblica sulle pagine del Corriere dei ragazzi la storia delle sue imprese e diventa anche direttore della rivista "Molto interessante", edita dalla Peruzzo. Dopo il mare è la volta del deserto e Ambrogio Fogar partecipa a tre edizioni del Rally Dakar (in quegli anni noto con il nome Parigi-Dakar) e a tre edizione del Rally dei Faraoni, a bordo di veicoli, fuoristrada, Land Rover o Suzuki.[3] Durante la sua vita, ha praticato vari sport tra cui anche la corsa: in particolare ha disputato delle maratone e ha corso anche distanze superiori ai 42 km, quali quelle sui 100 km. Nel 1990 riceve il Premio Panathlon International.[50][51]

Il 31 luglio 1991 nasce a Milano la sua secondogenita Rachele, avuta dall'ungherese Katalin Szijarto. Di professione modella, ha ereditato dal padre la passione per le sfide e gli sport estremi; ha inoltre anche il brevetto di paracadutismo e alcune patenti tra cui quella nautica. Partecipa anche a vari reality, come per esempio Pechino Express 7 - Avventura in Africa o Calzedonia Ocean Girls, ad alcuni dei quali ha partecipato insieme all'amica e collega Linda Morselli.[52]

Il 12 settembre 1992 Ambrogio Fogar è vittima di un gravissimo incidente in Turkmenistan, durante l'ottava tappa del rally Pechino-Mosca-Parigi nel quale compone un equipaggio con Giacomo Vismara. Il fuoristrada, un Range Rover della Land Rover, si ribalta per via di una grossa pietra situata sotto la sabbia; il suo compagno esce miracolosamente illeso, ma Ambrogio Fogar subisce la frattura della seconda vertebra cervicale e rimane quasi completamente paralizzato. Questa disgrazia non riesce però a domare il suo spirito d'avventura e di divulgatore.

Dal 1996 al 2005 prende parte a Galapagos, programma televisivo trasmesso su Canale 5, in cui Ambrogio Fogar cura e conduce in particolare la rubrica Ritorno di un amico[53][54]. Nel 1997, su una sedia a rotelle basculante, partecipa al giro d'Italia in barca a vela. Non smettendo mai di lottare e non arrendendosi alla malattia dice: «Io resisto perché spero un giorno di riprendere a camminare, di alzarmi da questo letto con le mie gambe e di guardare il cielo…». Sempre nel 1997 pubblica il libro Solo. La forza di vivere edito Mondadori. L'anno successivo è protagonista del documentario-fiction Ambrogio Fogar - Il viaggio trasmesso da Italia 1[55].

In questo periodo è testimonial per la campagna di raccolta fondi dell'associazione miolesi e per la crociata di Greenpeace contro la caccia alle balene[25]. Collabora, inoltre, con La Gazzetta dello Sport e "No Limits World".[56] Negli anni le sue avventure sono state raccontate anche tramite fumetto[57]. Inoltre Ambrogio Fogar è stato spesso testimonial pubblicitario; con la Bayer, oltre ad essere il testimonial, nella pubblicità vi erano brevi racconti in cui narra sue esperienze di vita che si traducono in insegnamenti.[58]

Nel 2001 viene insignito del Premio Cantello e l'anno successivo della cittadinanza onoraria di Cantello[59].

Nel 2005 pubblica Contro vento. La mia avventura più grande, libro edito Rizzoli che riscuote molto successo e ha ben tre edizioni in tre mesi[60]. L'anno successivo viene pubblicato il suo ultimo libro Quando c'era Superman. L'ultima avventura di una vita controvento, edito Piemme.

Morte

Ambrogio Fogar - Cripta del Famedio - Cimitero monumentale di Milano

Muore il 24 agosto 2005 per infarto cardiaco. Cremato, le sue ceneri vengono tumulate nella cripta del Famedio del cimitero monumentale di Milano[61][62]. Tra le molte persone illustri che hanno manifestato il loro cordoglio anche il Presidente della Repubblica Italiana[63]. Nello stesso anno della morte viene insignito con l'Ambrogino d'oro - Medaglia d'oro alla memoria[64]; nel 2006 gli viene riconosciuto il premio speciale alla memoria "Angelo dell'anno" per il suo impegno in ambito sociale[65]. Nel decennale della morte gli viene riconosciuta la medaglia d'oro alla memoria[47].

Controversie

La sua vita fu al centro di diverse polemiche. Nella prima metà degli anni settanta venne accusato di plagio. Fogar scrisse un libro dopo il suo viaggio attorno al mondo da est a ovest, intitolato 400 giorni intorno al mondo che divenne anche un best seller, tuttavia un lettore si accorse che sei pagine di quel libro erano copiate dal libro Trekka intorno al mondo[66] del navigatore britannico John Guzzwell.[67][68] Fu assolto perché si stabilì che non si trattava di plagio in quanto si appurò che una segretaria non aveva virgolettato il testo in questione come da Ambrogio Fogar richiesto.[69][70][71]

Nel 1978 ci furono le critiche legate al naufragio con l'amico Mauro Mancini, quando venne accusato di incoscienza e sventatezza per la morte del compagno, avvenuta due giorni dopo il salvataggio a causa di una polmonite.[72] Le critiche andarono scemando; inoltre nel 2009 la vedova di Mancini diede al Corriere della Sera una lettera del marito in cui si poteva leggere di Ambrogio Fogar come di un uomo coraggioso, equilibrato e buono; mettendo dunque un punto definitivo alla questione.[73][74]

Altre critiche Fogar le ricevette in occasione della spedizione al polo nord con una slitta e accompagnato solo dal cane Armaduk. Come detto anche da lui stesso, per passare alcuni tratti pericolosi della banchisa Fogar si servì di un piccolo aeroplano; quell'anno ci fu il disgelo prematuro e rischiava di andare alla deriva[72][2]. Ambrogio Fogar già in data 2 aprile 1983 aveva scritto una lettera dal pack in cui informava dell'aeroplano. La lettera fu fatta pervenire, tramite il pilota dell'aeroplano, al direttore del Corriere della Sera e pubblicata una settimana prima dell'arrivo al polo nord.[75][76]

Riconoscimenti

Ambrogio Fogar è stato insignito con varie onorificenze e ha ricevuto vari riconoscimenti. È stato nominato Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana[14], ha ricevuto la Medaglia d'oro al valore atletico per meriti eccezionali[12], ha ricevuto la medaglia d'oro al valore marinaro[25] e la medaglia d'oro alla memoria[47]. Gli è stato riconosciuto il "Premio atleta dell'anno"[16] e il Grifone d'oro per aver compituto la circumnavigazione del globo, impresa caratterizzata dalle eccezionali doti di coraggio e perizia, e dall'esaltazione dei valori dello spirito che possono prevalere sulla materia e dare un senso e un ideale alla vita umana.[13]. Negli anni ha anche ricevuto dei riconoscimenti televisivi come il Gran Premio Internazionale dello Spettacolo, il Telegatto,[44] e dei riconoscimenti letterari come il Premio Bancarella Sport[9] o il premio CONI per la letteratura[8]. È stato insignito con l'Ambrogino d'oro - Medaglia d'oro alla memoria per tutte le imprese memorabili della sua vita[64] e gli è stato riconosciuto il premio speciale alla memoria "Angelo dell'anno" per il suo impegno in ambito sociale[65]. È stato insignito, inoltre, della cittadinanza onoraria di Cantello[59]. Ambrogio Fogar ha ricevuto anche altri premi, ricordiamo il premio Panathlon International, il Premio Barendson e il Premio Cantello.[23][59]

Onorificenze

Medaglia d'oro al valore atletico - nastrino per uniforme ordinaria
«per meriti eccezionali in base all'articolo 2 del regolamento della circumnavigazione in solitario in barca a vela»
— 1974
Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 13 gennaio 1975
Ambrogino d'oro - Medaglia d'oro alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«per tutte le imprese memorabili della sua vita»
— 2005

Omaggi

Il 7 dicembre 1998 gli è stato dedicato l'asteroide della fascia principale 25301 Ambrofogar, corpo celeste scoperto da Andrea Boattini e Maura Tombelli[77].

Nel giorno della sua morte, il 25 agosto 2005, gli è stato intitolato un rifugio alpino, il bivacco Ambrogio Fogar, situato sul Fornalino, in Val Bognanco nelle Alpi Pennine in Piemonte.[78][79]

Nel 2005, nel giorno della morte, Rete 4 ha trasmesso un documentario dal titolo Ambrogio Fogar, l'ultimo eroe. Realizzato con il contributo di Ambrogio Fogar nel 1998, ne ripercorre la vita e le imprese con il supporto di interviste e filmati d'epoca.[80] La sua vita è stata trattata anche nel programma Sfide su Rai 3 nel 2008[81]. Il naufragio, invece, è stato oggetto dello spettacolo teatrale del 2018 74 giorni sospesi per la regia di Massimo Navone.[22]

Dall'anno dopo la sua morte la Lega navale italiana (LNI) organizza nel mar Mediterraneo la "Regata Ambrogio Fogar" con il "Trofeo Ambrogio Fogar".[82][83][84] Nel 2009 nasce la Scuola di Escursionismo "Ambrogio Fogar" del CAI (Club Alpino Italiano), ridenominata nel 2014 in "Fogar-Bonatti".[85]

Nel 2015 a Milano presso A.N.M.I. (Associazione nazionale marinai d'Italia), si è tenuta una mostra dedicata ad Ambrogio Fogar.[86] L'anno successivo, il 24 maggio, a Milano gli è stata intitolata un'area verde, si tratta del giardino Ambrogio Fogar, situato di fronte alla Darsena di Porta Ticinese; tra i vari sostenitori dell'iniziativa l'A.N.M.I. (Associazione nazionale marinai d'Italia).[87][88][89]

Il 9 febbraio 2022 Giacomo Bolzoni pubblica il libro Fogar: controcorrente in solitaria per la collana Grandi imprese della storia, edito per la RCS MediaGroup[90][91].

Omaggi della famiglia

A un anno dalla scomparsa del padre, la figlia Francesca scrive insieme alla giornalista Marta Chiavari un libro-intervista, intitolato Ti aspetto in piedi[92]; invece dal 2007 al 2010 cura e conduce il programma Jonathan, sulle tracce dell'avventura, che propone una riedizione del programma del padre[93]. La figlia Rachele si laurea nel 2014 in Scienze linguistiche e Letteratura straniera all'Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC) di Milano con una tesi sul padre intitolata No Limits, l'esperienza giornalistica di Ambrogio Fogar[94].

Nel 2010 la famiglia Fogar decide di donare la zattera, su cui il padre rimase per 74 giorni, al Galata − Museo del mare di Genova[95]; invece, la slitta dell'impresa al polo nord è stata esposta al Museo dello sport di Torino[96].

Nel 2016 la figlia Francesca partorisce il suo terzogenito e decide di chiamarlo Achille Ambrogio, il cui secondo nome viene dato in onore ad Ambrogio Fogar[97].

Nel 2024, a 50 anni dalla circumnavigazione del globo in solitaria, viene pubblicata la nuova edizione del best seller 400 giorni intorno al mondo con la prefazione delle figlie Francesca e Rachele, per la casa editrice TEA.[98]

Televisione

Radio-documentari

Documentari

  • Ambrogio Fogar - Il viaggio (Italia 1, 1998) - documentario-fiction
  • Ambrogio Fogar, l'ultimo eroe (Rete 4, 2005)

Opere

Ambrogio Fogar è stato autore di diversi libri: con Il mio Atlantico e La zattera ha vinto il Premio Bancarella Sport rispettivamente nel 1974 e nel 1979[9], con Il mio Atlantico ha anche vinto il premio CONI per la letteratura nel 1973[8].

Note

  1. ^ a b «Trieste è come una madre che mi aspetta da tanti anni», su ricerca.gelocal.it.
  2. ^ a b c «Papà Fogar, l'Ulisse che girò il mondo per scoprire di amare solo casa sua», su ilgiornale.it.
  3. ^ a b c d e Ambrogio Fogar, la Vita in Viaggio, su nauticareport.it.
  4. ^ a b L’u fada, l’u fada. Collezionare cime a Milano, su mountcity.it. URL consultato il 22 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2020).
  5. ^ a b c Ambrogio Fogar - Storia, su ambrogiofogar.it.
  6. ^ Ambrogio Fogar: l’avventura è l’avventura, su giornaledellavela.com.
  7. ^ OSTAR 1972: Franco Faggioni e Ambrogio Fogar i primi italiani a completare quest'imporesa, su lastampa.it.
  8. ^ a b c CONI: vincitori concorsi letterari, su coni.it.
  9. ^ a b c d Albo d'oro - Premio Bancarella Sport, su premiobancarella.it.
  10. ^ Intrepido n. 31 del 31 luglio 1975 - Articolo e intervista di Enzo Tortora, su ambrogiofogar.blogspot.com.
  11. ^ Vela, su treccani.it.
  12. ^ a b Benemerenze Sportive: Ambrogio Fogar - Medaglia d'oro, su coni.it.
  13. ^ a b Grifono d'oro - Anno 1974 - Ambrogio Fogar, su prolocogrosseto.it.
  14. ^ a b Dettagli del conferimento dell'onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana, su quirinale.it.
  15. ^ Ambrogio Fogar e il viaggio di pace a Suez raccontato da TV Sorrisi e Canzoni, su ambrogiofogar.blogspot.com.
  16. ^ a b Ambrogio Fogar: Premio atleta dell'anno 1975 (PDF), su unvsparma.it. URL consultato il 7 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2022).
  17. ^ Vi racconto la mia vela, su sport.sky.it.
  18. ^ Messaggi in bottiglia da un catamarano in mezzo all'Atlantico - O.S.T.A.R. '76, su ilmare.com.
  19. ^ Fogar nel Triangolo delle Bermude - Corriere della Sera 20 marzo 1977, su ambrogiofogar.blogspot.com.
  20. ^ Sulla scia del Surprise, su libreriailpapiro.it.
  21. ^ Ambrogio Fogar, il primo “paisà” a girare il mondo in solitario, su giornaledellavela.com.
  22. ^ a b 74 giorni sospesi, la storia del naufragio di Fogar e Mancini, su lanouvellevague.it.
  23. ^ a b Ambrogio Fogar riceve il Premio Barendson, su terraevenere.blogspot.com.
  24. ^ Ambrogio Fogar - Chi è la mamma del Sole?, su discogs.com.
  25. ^ a b c È morto Ambrogio Fogar lo spirito dell'avventura, su Repubblica.it, 24 agosto 2005.
  26. ^ Dentro l'avventura, su chronicalibri.it.
  27. ^ Bivacco Ambrogio Fogar (PDF), su cai.it.
  28. ^ Ambrogio Fogar al Grand Prix, su merateonline.it.
  29. ^ Claudio Schranz, su claudioschranz.it.
  30. ^ pag. 119, Verso il Polo con Armaduk, Milano, Rizzoli, 1983, ISBN 88-17-85369-0. Riguardo alla "razza" di Armaduk, come viene spiegato da Ambrogio Fogar, egli è un meticcio di eskimo: «Non era un eskimo puro, era un incrocio. Di tutti gli eskimi che avevo visti, era quello più splendente di mantello. Il muso, il petto, i fianchi e le zampe avevano un colore quasi dorato, il dorso era più scuro quasi marrone. La coda ancora più scura, generalmente la portava bassa, mentre di solito i cani artici la tengono alta, a pennacchio.»
  31. ^ a b c È morto Armaduk, il cane di Ambrogio Fogar, su ricerca.repubblica.it.
  32. ^ Ambrogio Fogar e Armaduck personaggi LEGO, su facebook.com.
  33. ^ In città una nuova area di sgambamento per cani dedicata ad Armaduk, su comune.desio.mb.it.
  34. ^ Desio, inaugurata la nuova area cani intitolata ad Armaduk, su mbnews.it.
  35. ^ Poli Mirabilia - La marcia sul pack e altre meraviglie, su raiplayradio.it.
  36. ^ Radio Doc - Le storie raccontate via etere - Poli Mirabilia, su rai.it.
  37. ^ "Fogar, mio padre, lo incontro nei sogni", su ilgiornale.it.
  38. ^ Ti aspetto in piedi: conversazioni con Francesca Fogar, su amazon.it.
  39. ^ Fogar, alla ricerca di sensazioni forti, su giornaledellavela.com. URL consultato il 13 settembre 2009 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2013).
  40. ^ a b L'Unità 1989 (PDF), su archivio.unita.news.
  41. ^ Milano: Ambrogio Fogar, una vita nel segno dell'avventura/Scheda (2), su www1.adnkronos.com.
  42. ^ L'Unità - 12 settembre 1985 (PDF), su archivio.unita.news.
  43. ^ L'Unità 30 marzo 1986 (PDF), su archivio.unita.news.
  44. ^ a b Il Telegatto ad Ambrogio Fogar, su mediasetplay.mediaset.it.
  45. ^ "Parliamone": co-conduce Ambrogio Fogar, su ricerca.repubblica.it.
  46. ^ L'immagine è il mio modo di comunicare, su tursitani.com.
  47. ^ a b c Ricordando Ambrogio Fogar, su repubblica.it.
  48. ^ Tele+2: i programma di martedì, su www1.adnkronos.com.
  49. ^ Avanti! 1990 (PDF), su avanti.senato.it. URL consultato il 1º febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2019).
  50. ^ Roberto Landriani: ”per quanto tempo vuoi che ti parli di Fogar?”, su corrigiuriati.altervista.org.
  51. ^ VII Settimana Verde 1984 (Giro dell'Umbria), su atleticacinisello.it.
  52. ^ Le Mannequin, su rai.it. URL consultato il 3 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2019).
  53. ^ Canale 5: torna "Galapagos" con Ambrogio Fogar, su www1.adnkronos.com.
  54. ^ Fogar: torno a vivere in tv, su ricerca.repubblica.it.
  55. ^ Italia 1: Ambrogio Fogar - Il viaggio, su www1.adnkronos.com.
  56. ^ ACCADDE OGGI – Ambrogio Fogar, una vita dedicata all’avventura, su laziochannel.it.
  57. ^ Le avventure in fumetto di Ambrogio Fogar, su ambrogiofogar.blogspot.com.
  58. ^ Ambrogio Fogar per Bayer, su ambrogiofogar.blogspot.com.
  59. ^ a b c Fogar cittadino onorario di Cantello, su varesenews.it.
  60. ^ Contro vento. La mia avventura più grande, su alpinia.net.
  61. ^ Il Famedio - Personaggi Famosi, su comune.milano.it.
  62. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.
  63. ^ È morto Ambrogio Fogar: lo spirito dell'avventura, su repubblica.it.
  64. ^ a b Ambrogino alla Fallaci. La rabbia dei comunisti e l’orgoglio della Lega, su ilgiornale.it, 18 novembre 2005. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  65. ^ a b Angelo dell'anno, su angelodellanno.it.
  66. ^ Filmato audio Ambrogio Fogar Intervistato da Costanzo dopo il naufragio del Surprise 1978, 13 novembre 1978. URL consultato il 9 settembre 2024.
  67. ^ Quando l'Italia scoprì Fogar e l'avventura, in la Repubblica, 7 dicembre 2004. URL consultato il 19 gennaio 2019.
  68. ^ BEST OF 2015 – "L’avventura è l'avventura", su giornaledellavela.com, 26 dicembre 2015. URL consultato il 19 gennaio 2019.
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Bibliografia

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  • Renato Prinzhofer, Dossier Fogar. La verità sulla tragedia del Surprise, sui 74 giorni alla deriva in un canotto, sulla morte di Mauro Mancini, Milano, SM, 1978.
  • Nino De Luca, Armaduk. Io e Fogar al Polo, Legnano, Landoni, 1983.
  • Francesca Fogar, Ti aspetto in piedi, a cura di Marta Chiavari, Reggio nell'Emilia, Aliberti Editore, 2006, ISBN 88-7424-157-7.

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