Deriva dal nome spagnoloÁlvaro[4], a sua volta da un nome germanico la cui identificazione è però dibattuta.
Secondo alcune fonti, il nome originale è il visigotoAlwaro, composto da ala ("tutto", "del tutto") e warja ("difesa", oppure wariaz, "difensore")[1][2][4][5], avente il possibile significato complessivo di "difensore di tutti" o "molto attento"[4][6]. A queste radici alcune fonti riconducono anche il nome Elvira.
Secondo altre fonti, si tratta di Alfher[9], che è composto dagli elementi alf ("elfo") e hari ("esercito", "armata")[7]; dalle forme norrena e anglosassone di Alfher, Alfarr e Ælfhere, deriva il moderno nome Alvar, usato in inglese e in alcune lingue scandinave e baltiche[7][8]. Inoltre, anche il nome Oliviero potrebbe ricondursi a queste radici.
Secondo ulteriori interpretazioni, le radici sarebbero alt ("vecchio") e war ("casa"), con il significato complessivo "uomo di antico casato"[10], oppure athal ("nobile") e ward ("guardiano"), quindi "guardiano nobile"[6], o ancora sarebbe riconducibile alle stesse radici di Alberico[6].
Era assai diffuso nella penisola iberica durante il Medioevo[6], e poi grazie a un dramma di Ángel de Saavedra intitolato Don Alvaro o La forza del destino[10]; Giuseppe Verdi adattò il dramma in un'opera lirica nel 1862, La forza del destino[9], grazie alla quale il nome divenne assai popolare anche in Italia; curiosamente nella trasposizione, forse per un errore, l'accento fu spostato sulla penultima sillaba, secondo l'uso più consueto nella lingua italiana[5]. Va detto comunque che il nome era già utilizzato nella penisola italiana, probabilmente grazie alla dominazione spagnola, ed era stato usato per uno dei personaggi della commedia di Carlo Goldoni del 1748 La vedova scaltra[5].