Alfa Romeo 145

Alfa Romeo 145
Descrizione generale
CostruttoreItalia (bandiera) Alfa Romeo
Tipo principaleBerlina 2 volumi
Produzionedal 1994 al 2001
Sostituisce laAlfa Romeo 33
Sostituita daAlfa Romeo 147
Esemplari prodotti221.786[1]
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
Lunghezza4061 mm
Larghezza1712 mm
Altezza1425 mm
Passo2540 mm
Massada 1110 a 1240 kg
Altro
AssemblaggioStabilimento di Pomigliano d'Arco
StileChris Bangle, con la supervisione di Ermanno Cressoni
Centro Stile Fiat
Altre antenateAlfa Romeo Alfasud
Stessa famigliaAlfa Romeo 146 e 155
Fiat Tipo, Bravo, Brava e Marea
Delta e Dedra
Auto similiAudi A3
Renault 19 e Mégane
Citroën ZX e Xsara
Ford Escort e Focus
Opel Astra
Peugeot 306
Volkswagen Golf

L'Alfa Romeo 145 è un'autovettura costruita dalla casa automobilistica italiana Alfa Romeo, prodotta dal 1994 al 2001 nello stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco, in Campania, come sostituta dell'Alfa Romeo 33.

Storia

Per sostituire la 33 vennero presentati due modelli distinti: l'Alfa Romeo 145, una berlina 3 porte 2 volumi che nel suo primo anno di vita venne prodotta assieme alla 33, e l'Alfa Romeo 146, una berlina 5 porte e 2 volumi e mezzo, che con la sua uscita nel 1995 sancì il definitivo pensionamento del modello precedente.

La 145 venne svelata al pubblico nel luglio 1994 dall’allora amministratore delegato del Gruppo Fiat Paolo Cantarella. Le vendite partirono dal 9 settembre dello stesso anno.[2]

Meccanica

Alfa Romeo 145 Quadrifoglio Verde, vista laterale

La 145 aveva una linea sportiva, grazie al disegno di Chris Bangle ed era basata sul pianale Tipo 2 sviluppato dal Gruppo Fiat per tutti i veicoli di segmento C come la Fiat Tipo e la Lancia Delta seconda serie.[3] Inizialmente i motori furono i boxer derivati dalla 33 con cilindrata 1351 cm³, 1596 cm³ e 1712 cm³, quest'ultimo con distribuzione a sedici valvole. Il motore di 1596 cm³ era una versione inedita e unica del famoso e collaudato boxer Alfa Romeo, ottenuta con la riduzione dell'alesaggio del 1712 cm³ a otto valvole.

Lo schema meccanico risultava semplice e raffinato allo stesso tempo: motore longitudinale (per le versioni Boxer) o trasversale (per le versioni diesel o Twin Spark) con cambio in blocco e sospensioni a 4 ruote indipendenti del tipo MacPherson all'anteriore e a bracci tirati al posteriore connessi da barra stabilizzatrice. Veniva costruita nello stabilimento di Pomigliano d'Arco.

Interni di una Alfa 145 1.4 Twin Spark modello 1997-1999

Nel 1997 i motori boxer vennero sostituiti dai Twin Spark Pratola Serra,[4] più adeguati in termini di coppia motrice alla massa della vettura e più parchi nei consumi, e nel 1999 il Turbodiesel a iniezione indiretta da 90 CV venne sostituito dal nuovo JTD a iniezione diretta Common Rail, già visto su altri modelli del gruppo Fiat. Il motore Twin Spark di 1970 cm³ e 150 CV, già usato in altre vetture dell'Alfa Romeo del periodo come la GTV e la Spider, equipaggiava la versione Quadrifoglio, che rappresentava il modello di punta della gamma 145; dotata di assetto sportivo, freni maggiorati, e particolari estetici come le minigonne e i cerchi in lega da 15 pollici di disegno specifico.

I freni erano a disco anteriormente e a tamburo posteriormente sulle versioni meno potenti, ma se queste ultime erano equipaggiate con l'opzionale ABS i freni erano tutti a disco.[5]

Evoluzione

Alfa Romeo 145 Quadrifoglio Verde Restyling modello 1999-2001

Nel 1997 ci fu un aggiornamento generale della vettura: vennero modificati alcuni particolari esterni, come i fascioni paraurti e l'alettone posteriore con terza luce di arresto integrata (opzionale), e alcuni particolari degli interni, nella fattispecie le bocchette del sistema di aerazione e la strumentazione. Venne introdotto anche l'allestimento Junior, il quale combinava la motorizzazione 1.4 (più tardi anche 1.6) TS con cerchi di disegno specifico e i particolari estetici e l'assetto della Quadrifoglio Verde, contraddistinto dalla presenza dei fregi "Junior" sulle minigonne.

L'ultimo aggiornamento fu effettuato nel 1999, con il ridisegno dei paraurti e di altri dettagli estetici, l'adozione di serie dell'airbag lato guida, e dei freni a disco su tutte le ruote.

Nell'autunno 2000 venne introdotta nel mercato l'Alfa Romeo 147 che però non sostituì immediatamente la 145: quest'ultima rimase sul mercato fino alla fine del 2001.

Motorizzazioni

Modello Disponibilità Motore Cilindrata
(cm³)
Potenza Coppia max
(Nm)
0–100 km/h
(secondi)
Velocità max
(km/h)
Consumo medio
(km/L)
1.3 IE dall'esordio al 1997 Benzina 1351 66 kW (90 CV) 115 12,5 178 12,2
1.4i 16V Twin Spark dal 1997 al 2001 Benzina 1370 76 kW (103 CV) 124 11,2 185 13,1
1.6 IE dall'esordio al 1997 Benzina 1596 76 kW (103 CV) 134 11,0 185 12,3
1.6i 16V Twin Spark dal 1997 al 2001 Benzina 1598 88 kW (120 CV) 144 10,2 195 12,8
1.7i 16V dall'esordio al 1997 Benzina 1712 95 kW (129 CV) 148 9,8 200 11,7
1.8i 16V Twin Spark dal 1997 al 1999 Benzina 1747 103 kW (140 CV) 165 9,2 205 12,5
2.0i 16V Twin Spark Quadrifoglio dal 1995 al 2001 Benzina 1970 110-114 kW (150-155 CV) 186 8,4 210 12,3
1.9 JTD dal 1999 al 2001 Diesel 1910 77 kW (105 CV) 255 10,4 185 16,6
1.9 Turbodiesel dal 1994 al 1999 Diesel 1929 66 kW (90 CV) 186 12,0 178 16,0

[6]

Note

  1. ^ Alessandro Mirra, Le 20 auto più vendute nella storia del Biscione, su quattroruote.it, Editoriale Domus SpA, 22 dicembre 2020. URL consultato il 25 dicembre 2020.
  2. ^ Arriva la '145' auto del rilancio dell'Alfa Romeo, su ricerca.repubblica.it, 6 luglio 1994. URL consultato il 20 luglio 2019.
  3. ^ Ad aprile la nuova 145 l’erede della 33, su ricerca.repubblica.it, 15 marzo 1994. URL consultato il 20 luglio 2019.
  4. ^ Benedetta De Micheli, Marco Vinelli, Vivaci, grintose, ma pur sempre dolci, in Corriere della Sera, 4 marzo 1997, p. 2. URL consultato il 3 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
  5. ^ dal Manuale di istruzione ed uso dell'Alfa Romeo 145, sezione 6, tabella impianto frenante e note.
  6. ^ Dati Tecnici Alfa Romeo 145.

Bibliografia

  • Lorenzo Ardizio, Tutto Alfa Romeo, pag. 505, 516, 520, Giorgio Nada Editore ISBN 978-88-7911-705-0
  • Quattroruote n° 466, Agosto 1994, pag. 76-99, Editoriale Domus
  • Quattroruote n° 471, Gennaio 1995, pag. 158-165, Editoriale Domus

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