Alberico di Sutri
Alberico (fl. XII secolo) è stato vescovo di Sutri, storicamente documentato agli inizi del XII secolo. BiografiaNon si conosce nulla della vita e dell'operato del vescovo Alberico, noto solamente in due documenti coevi.[1] L'8 settembre 1105 papa Pasquale II, su richiesta del preposito Enrico di Arezzo, confermò con la bolla Sicut iniusta, scritta da Civita Castellana, i privilegi e i beni dei canonici della cattedrale di San Donato.[2] Tra i 5 firmatari, oltre al papa, ai vescovi Riccardo di Albano e Bruno di Segni, e al cardinale-presbitero Riso del titolo di San Damaso, si trova anche Albericus episcopus Sutrinus.[3] Alberico è noto ancora per la controversia che lo vide opposto a Guido, vescovo di Tuscania, documentata da un memorandum (memoratorium) non datato,[4] che riferisce fatti ascrivibili a prima del 1113.[5] La diocesi di Centumcellae era stata soppressa sul finire dell'XI secolo e il suo territorio annesso a quello della diocesi di Tuscania. Alberico di Sutri rivendicò per sé l'antica sede episcopale, e in un concilio lateranense, presumibilmente quello di marzo 1112[6], ottenne che il territorio della soppressa diocesi fosse annesso a quello della diocesi sutrina. Guido di Tuscania, per tre volte convocato per esporre le sue ragioni, si presentò in ritardo a decisione già presa, contro la quale protestarono anche gli abitanti di Centumcellae. Il papa ordinò allora la revisione della sentenza, ma il concilio si chiuse senza giungere ad una conclusione.[5][7] Non si conosce l'esito finale della controversia: quando, verso la fine del XII secolo, la sede di Tuscania fu trasferita a Viterbo, i territori della nuova diocesi comprendevano anche quelli di Centumcellae. Note
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