La tradizione (trasmessa da Plinio) vuole che Achille curò alcune ferite dei suoi compagni d'arme, nell'assedio di Troia, con tale pianta; da qui il nome del genere (Achillea). Sembra che sia stato Chirone (suo maestro) ad informarlo delle capacità cicatrizzanti della pianta.[3] Il termine specifico (tomentosa) si riferisce al particolare habitus della pianta.
Portamento. La specie di questa voce è una pianta erbecea perenne con indumento a peli basifissi. La forma biologica viene definita come emicriotifita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve; sono inoltre dotate di un asse fiorale eretto e con poche foglie. Tutta la pianta è tomentosa.[4][5][6][7][8][9][10]
Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma obliquo e legnoso.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta e ascendente o ginocchiata alla base. La superficie è grigio-tomentosa (i peli sono molli e lunghi 1 mm).
Foglie. Le foglie hanno un contorno lineare (molte volte più lungo che largo) con perimetro parallelo ai lati. La forma è del tipo 2-pennatosetta con segmenti laterali tipo lacinie (le lacinie inizialmente sono grigio-lanose, poi glabrescenti). La superficie è tomentosa (ma non vischiosa). Dimensione delle foglie: larghezza 3 mm; lunghezza 20 – 30 mm.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da capolinicalatidi dal diametro di pochi millimetri raccolti in modo corimboso molto denso. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato. I capolini sono formati da un involucro, con forme ovoidi, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, bruno-chiaro con margine scarioso e ialino, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie (da 2 a 3). Il ricettacolo è piatto, ed è provvisto di pagliette trasparenti a protezione della base dei fiori. Dimensione dell'involucro: larghezza 2 –3 mm: lunghezza 4 mm. Diametro del capolino: 5 – 7 mm.
fiori del raggio (esterni): da 4 a 5 per capolino, sono femminili, fertili e sono disposti su una serie; la forma è ligulata (zigomorfa); a volte possono mancare o essere sterili;
fiori del raggio: la forma della corolla alla base è piatta/tubulosa, mentre all'apice è ligulata; la ligula, subrotonda, può terminare con 3 denti ottusi; il colore è giallo; le ligule sono più brevi dell'involucro e sporgono di 1 – 1,5 mm con portamento ribattuto (ricoprono in parte l'involucro);
fiori del disco: la forma della corolla è tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi ed è lievemente zigomorfa in quanto due lobi sono più larghi degli altri; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata; il colore è giallo.
Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi con un collare a forma di balaustra; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere possono essere sia di tipo basifissa che medifissa (ossia attaccate al filamento per la base – nel primo caso; oppure in un punto intermedio – nel secondo caso).[12] Questa caratteristica ha valore tassonomico in quanto distingue i generi gli uni dagli altri. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) non è polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
Gineceo: l'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
Frutti. I frutti sono degli acheni privi di pappo. La forma è obovoide dorsoventralmente compressa quasi appiattita con 2 coste laterali e raramente con una addizionale costa adassiale. L'apice è arrotondato. Il pericarpo può possedere alcune cellule mucillaginifere con o senza sacche longitudinali di resina.
Biologia
Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[5][6] Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori. Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Distribuzione e habitat
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Sud Europeo – Sud Siberiano. Distribuzione: in Italia è una specie rara ed è presente al nord e al centro. Nelle Alpi è presente soprattutto nelle zone occidentali e centrali. Oltreconfine, sempre nelle Alpi, si trova in Francia (dipartimenti di Alpes-de-Haute-Provence, Hautes-Alpes, Alpes-Maritimes, Drôme, Isère e Savoia), in Svizzera (cantone Vallese). Sugli altri rilievi europei si trova nei Pirenei. Habitat: l'habitat tipico per questa specie sono i pendii aridi e sassosi; ma anche le praterie rase, prati e pascoli dal piano collinare a quello montano. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido. Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini queste piante si possono trovare fino a 1700 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Areale alpino
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]
Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
Classe: Festuco-Brometea
Ordine: Festucetalia valesiacae
Alleanza: Stipo-Poion xerophilae
Sistematica
La famiglia delle Asteraceae (o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][8]
Filogenesi
Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Achillea (insieme alla sottotribù Matricariinae) è incluso nel clade Eurasian grade.[7]
Nella "Flora d'Italia" le specie spontanee di Achillea sono suddivise in due sottogeneri, 7 sezioni e alcuni aggregati. Achillea tomentosa appartiene alla quinta sezione caratterizzata da sinflorescenze formate da corimbi, 4-5 fiori ligulati gialli.[10]
I caratteri distintivi della specie A. tomentosa sono:[10]
il tipo delle foglie è 1-2-pennatosette;
le lacinie delle foglie inizialmente sono grigio-lanose, in segiuto diventano glabrescenti.
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
Alitubus tomentosus (L.) Dulac
Chamaemelum tomentosum (L.) E.H.L.Krause
Millefolium tomentosum Fourr.
Specie simili
Tutti i "millefoglio" sono molto simili tra di loro. Questa specie (Achillea tomentosa) può essere distinta per i suoi capolini colorati di giallo. Un'altra specie dello stesso genere ha una colorazione gialla dei capolini: Achillea ageratum. Quest'ultima specie si distingue da quella di questa voce in quanto è fondamentalmente glabra e le foglie sono pochissimo incise (praticamente sono dentate). Nelle Alpi l'Achillea ageratum vive solamente nella parte occidentale.
Altre notizie
Il "millefoglio giallo" in altre lingue viene chiamato nei seguenti modi:
^(EN) Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 12 maggio 2014.
Bibliografia
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 91, ISBN88-7621-458-5.