Accisa sui carburantiPer accisa, in scienza delle finanze si intende una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo applicata sulla quantità del prodotto, invece che sul suo prezzo (come invece avviene con l'IVA). Inoltre l'accisa è applicata una sola volta (alla fabbricazione o alla vendita), mentre l'IVA viene applicata ad ogni passaggio di mano del bene. Nella maggioranza dei paesi del mondo il prezzo dei carburanti è gravato da accisa, in particolare nei paesi non produttori. Dopo gli anni 2000, in Europa, ci si è resi conto che i carburanti, e in particolare quelli di origine fossile, contribuiscono all'inquinamento; l'introduzione di accise viene perciò giustificata dalle spese sostenute dagli enti pubblici per ridurre l'impatto ambientale degli stessi.[1][2] In ItaliaSu tutto il territorio italiano sono oggi soggettati ad accisa: oli minerali e derivati, alcool e bevande alcoliche, fiammiferi, tabacchi lavorati, energia elettrica, gas metano, oli lubrificanti.[3] L'accisa (imposta di fabbricazione) sull'acquisto dei carburanti è stata, in varie epoche, variata a seguito di:
Il valore dell'accisa sul carburante è diverso a seconda dell'uso che l'acquirente intende farne: in generale maggiore per il trasporto, minore per il riscaldamento. Andamento della imposta sulla benzina durante il Regno d'ItaliaCon il R.D.L. n.1373/1915[4] gli oli minerali, benzina inclusa, vengono tassati di 8 lire al quintale. Una imposta specifica sulla benzina si ha a partire dal 1921, vedere primo rigo della tabella seguente.
Per quanto riguarda la benzina per l'autotrazione, nel tempo sono stati applicati svariati incrementi della accisa per necessità economiche da coprire (emergenze, guerre, manovre fiscali, ecc.), come avviene per altre imposte, dirette ed indirette. A tale proposito alcuni politici e media hanno fatto circolare una novellazione che presenta tali incrementi come "addizionali di accisa", aggiungendo che raramente sarebbero stati revocati. Come si può agevolmente verificare dai riferimenti normativi della tabella in questa sezione, non ci sono addizionali, e il testo legislativo si limita a stabilire una variazione della imposta come voce unica. E non troviamo alcuna indicazione dello scopo dell'aumento o una motivazione dietro alle svariate riduzioni che ci sono state. Parimenti non sono stati creati sottoconti della imposta in cui fare affluire una presunta addizionale per uno scopo precipuo. In realtà l'intera imposta, una unica accisa, confluiva e confluisce nel bilancio pubblico complessivo da cui poi si effettuano i vari prelievi di spesa. Nonostante sia banale accedere ai testi legislativi per una verifica, svariati politici di spicco hanno portato avanti la leggenda che gli incrementi emergenziali della accisa (che denominano "accise" nella novellazioni di tante addizionali) restino in vigore da decenni seppure venute meno le loro ragioni, tra cui l'affermazione che si starebbe ancora incassando una "accisa" di 1,9 Lire al litro per finanziare la Guerra in Etiopia.[19] Eppure dalla tabella allegata si verifica immediatamente che il 10 settembre 1936 l'imposta torna a Lire 161 al quintale come era dal 5 febbraio 1934, grazie a due riduzioni di imposta decisi nel 1936. Considerando una densità della benzina di 0,728 chili per litro, ne viene fuori che un quintale ne porta 137,4 litri e dividendo il prezzo di 261 lire per quintale, con tale quantità, ne viene un prezzo della imposta sulla benzina di 1,9 lire al litro. Appare quindi che l'ammontare citato nella novellazione corrisponda alla imposta totale in vigore dopo il primo aumento deliberato nel 1935.[20][21]. Andamento della imposta sulla benzina della Repubblica ItalianaDi seguito la lista (non completa) degli aumenti straordinari della accisa:
Nel Testo Unico del decreto legislativo del 1995 l'accisa viene definita in modo unitario ed il gettito finanzia il bilancio statale nel suo complesso. Nella legge di stabilità del 2013 le accise sono state rese strutturali. Il totale di suddetti incrementi dell'accisa, stabiliti prima dal Regno d'Italia e poi dalla Repubblica Italiana, ammonta a circa 0,41 euro (0,50 euro IVA inclusa). Da precisare che dal 1999 un decreto legislativo permette alle varie Regioni di imporre una accisa autonoma sulla benzina. La scelta di differenziare la accisa applicate ai carburanti (dati 2020)[22] è un meccanismo statale di indirizzo politico-economico:
Note
|