Accettabilità (traduzione)

Nella scienza della traduzione, il principio di accettabilità – contrapposto a quello di adeguatezza – identifica nella massima fruibilità del testo dalla cultura ricevente l'obiettivo di una traduzione accettabile (pure a costo di sacrificare le specificità dell'originale); nella formulazione dallo studioso Gideon Toury, è un approccio target-oriented (orientato al metatesto).

Secondo Toury, la teoria della traduzione deve tenere conto di due tipi di rapporti: metatesto (traduzione) / prototesto; metatesto / lingua-cultura emittente.

Perciò, due sono le spinte divergenti che un traduttore si troverà ad affrontare:

  • il bisogno di stabilire un rapporto tra metatesto e prototesto, cercando di ricostruire nel primo le caratteristiche più importanti del secondo;
  • il bisogno di riformulare il testo nella lingua-cultura ricevente.

Se il primo atteggiamento porta a favorire una strategia traduttiva adeguata, il secondo propende per una strategia accettabile.

Com'è ovvio, la divisione nella pratica non è così netta: si può scegliere una linea prevalente ma aperta anche all'altra posizione.

Pro e contro

Una traduzione accettabile offre una lettura scorrevole e priva di particolari ostacoli. Tuttavia, il rischio è quello di un livellamento culturale, che offre meno stimoli a chi legge.

Di fatto, secondo Toury, al lettore viene presentata non l'opera originale, bensì una versione di quell'opera, la quale però ricalca il modello linguistico e letterario della cultura ricevente.

Infine, con il termine traduzionalità, Anton Popovič – cui si rifà Gideon Toury – affronta gli stessi problemi.

Bibliografia

  • Gideon Toury, In Search of a Theory of Translation, Tel Aviv, The Porter Institute for Poetics and Semiotics, Tel Aviv University, 1980, LC 83112529.
  • Anton Popovič, La scienza della traduzione. Aspetti metodologici. La comunicazione traduttiva, a cura di Bruno Osimo, Milano, Hoepli, 2006 [1975], pp. 194+XXIX, ISBN 978-88-203-3511-3.

Voci correlate