Abu l-'Atahiya

Abū l-ʿAtāhiya (in arabo أبو العتاهية?; Kūfa o ʿAyn al-Tamr, 748 – 825 o 826) è stato un poeta arabo.

Laqab di Abū Isḥāq Ismāʿīl b. al-Qāsim b. Suwayd b. Kaysān, fu cortigiano degli Abbasidi a Baghdad, poeta e autore di poesia gnomica.

Biografia

La sua famiglia era, da qualche generazione, "cliente" (mawlā) della tribù dei B. ʿAnaza e il sentimento d'inferiorità, esaltata dalla sua povertà, fu da lui espresso in alcuni dei suoi ultimi poemi.[1]

Un panegirico da lui composto in onore del califfo Muḥammad al-Mahdī lo fece entrare nelle grazie della corte abbaside di Baghdad, anche se al-Mahdī non gradì affatto un suo ghazal amoroso rivolto a una schiava di una sua cugina, che lo fece frustare ed esiliare a Kūfa quando il poeta compose alcuni versi irriguardosi nei confronti del califfo, ritenuto responsabile dell'insuccesso del suo corteggiamento.

Quando alla morte tragica di al-Mahdī tornò nella capitale abbaside, le cose non migliorarono, dal momento che le lodi da lui rivolte al nuovo califfo al-Hādī, provocarono l'indispettita reazione del fratello (e presto successore) Hārūn al-Rashīd, che lo imprigionò assieme all'amico Ibrāhīm al-Mawṣilī, che aveva messo in musica alcune sue liriche.

Cambiò più tardi inspiegabilmente registro e passò alla composizione di poemi ascetici e l'insistito riferimento al contrapposto binomio Bene-Male fece sorgere alcuni sospetti circa un suo preteso (ma indimostrato) sentimento manicheo.

Note

  1. ^ Cfr. il lemma a lui dedicato da Alfred Guillaume sull'Encyclopaedia of Islam.

Bibliografia

  • (EN) Arthur Wormhoudt, Diwan Abu'l Atahiya, 1981, ISBN 0-916358-05-4.
  • (EN) Stefan Sperl, Mannerism in Arabic Poetry: A Structural Analysis of Selected Texts (3rd Century AH/9th Century AD–5th Century AH/11th Century AD), Cambridge, Cambridge University Press, 2005, ISBN 0-521-52292-7.
  • (EN) Tzvetan Theophanov (a cura di), Abu-l-'Atahiya and the Philosophy, in Philosophy and Arts in the Islamic World: Proceedings of the 18th Congress of the Union Europeenne des Arabisants et Islamisants, 1998, pp. 41-55, ISBN 978-90-6831-977-4.

Collegamenti esterni

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