ZimarraZimarra è un termine di origine spagnola (dallo spagnolo zamarra) con cui si indica un lungo soprabito maschile riccamente guarnito usato sin dal XV secolo e XVI secolo. A tale abito è stata anche dedicata una celebre aria intitolata Vecchia zimarra che è cantata da Colline nell'opera La bohème di Giacomo Puccini. Celebre la zimarra di Don Abbondio nell'ottavo capitolo de I promessi sposi. Nel Faust di Goethe, Mefistofele indossa la zimarra del protagonista[1]. Ulteriori citazioni moderne sono quelle fatte da Italo Calvino nel romanzo Il barone rampante o nel libro di viaggio Avventure in Africa di Gianni Celati. Il termine è ormai poco usato e con esso s'intende perlopiù un largo e lungo cappotto o anche una veste da camera tipo vestaglia. La zimarra è indossata dai vescovi anglicani come componente del loro abito cerimoniale. È di colore scarlatto, blu-porpora, e nero. Trae origine dall'uso accademico. Era in voga anche nella Corte pontificia, nell'abito dei prelati superiori e nelle uniformi degli alti dignitari laici, fino alla riforma del 1967. Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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