Zanj (in arabo ﺯﻨﺞ?, letteralmente "negro"[1]) è un vocabolo storico attestato nella letteratura araba, anche se probabilmente è di origine non araba, forse persiana (vista l'esistenza dell'identico vocabolo in persiano زنگی, zangī, che significa "di pelle nera").[2]
Il vocabolo medio-persiano forse riprendeva un lessema di origine più antica,[3] non verificabile in letteratura.
Descrizione
Bilād al-zanj ("Paese degli zanj") era l'espressione cui facevano ricorso gli arabofoni per identificare l'area geografica dell'Africa orientale a sud dell'Abissinia, e in particolare Zanzibar, in cui gli arabi e i persiani, forse fin dall'inizio del II secolo dell'Egira (VIII-IX secolo del calendario cristiano),[4] imbarcavano le popolazioni indigene da essi catturate per destinarle alla schiavitù e trasferirle nel califfato, al fine di sfruttarne a infimo prezzo la forza lavoro.
Inevitabilmente il vocabolo conobbe una trasformazione semantica, finendo con l'identificare sommariamente gli "schiavi di pelle nera", mentre gli africani di colore, ampiamente presenti nella storia e nelle istituzioni islamiche,[5] venivano di norma identificati col termine sūdān ("neri").
Charles Pellat così scriveva:
«[Les Zanǧ] étaient des nègres de la côte orientale d'Afrique qui avaient été importés en qualité d'esclaves, à une date indéterminée.»
Etimologia di Zanzibar
Da "Zanj" deriva il nome "Zanzibar", attraverso Zang-i bar (in persiano زنگبار), che significa "paese dei negri",[6] (in persiano زنگ + in persiano بار, "terra" o "continente" [dei "neri"]).[7]
Note
- ^ Si veda il Vocabolario arabo-italiano dell'Istituto per l'Oriente, Roma, 1966 (e succ. ediz.), p. 525a.
- ^ Gilbert Lazard, Dictionnaire persan-français, Leida, E. J. Brill, 1990, ISBN 90-04-08549-1, p. 221a s.v. زنگی, che riporta come traduzione del vocabolo "noir, nègre". Anche l'esperto di farmacopea arabo, Ibn al-Bayṭār, indicava per indicare il "rabarbaro nero" l'espressione rāwand zanj, alludendo al suo colore e non al suo luogo di provenienza.
- ^ Per altre ipotesi etimologiche si potrà invece utilmente vedere Alexandre Popovic, La révolte des esclaves en Iraq..., pp. 54-56, dove si ricorda l'ipotesi di L.-Marcel Devic (Les pays des Zendjis ou la côte orientale d'Afrique au Moyen Age (géographie, moeurs, productions, animaux légendaires) d'après les écrivains arabes, Parigi, Hachette et Ce, 1883, pp. 15-16) che allude a un'origine etiopica, o quella di August Müller (Der Islam im Morgen und Abenland, 2 voll. Berlino, 1885-87, I, pp. 579 e segg.) che propone un'origine greca, visto che Strabone prima e Plinio il Vecchio poi usavano, per riferirsi alle popolazioni della costa orientale africana, la parola Azania, mentre Cosma Indicopleuste impiegava l'espressione Zingion per indicare la regione di quei gruppi umani.
- ^ Popovic (op. cit., p. 60), riprendendo un'osservazione dell'arabista francese Ch. Pellat, parla di età "indeterminata".
- ^ Basterebbe ricordare Abū l-Misk Kāfūr, potente reggente ikhshidide per conto dei figli minori di Muḥammad b. Ṭughj, detto al-Ikhshīd, oppure Abū l-Futūḥ Barjawān, non meno potente reggente fatimide per conto del minore al-Ḥākim.
- ^ Gilbert Lazard, op. cit., p. 221a, s.v. «».
- ^ Alessandro Coletti e Hanne Coletti Grünbaum, Dizionario Persiano-Italiano, Roma, Centro culturale italo-persiano, 1978, p. 117.
Bibliografia
- Alexandre Popovic, La révolte des esclaves en Iraq au XIIIe / IXe siècle, Parigi, Paul Geuthner, 1976, 218 pp.
- C. Cahen, "L'histoire économique et sociale de l'Orient musulman médiéval", in: Studia Islamica, III (1955), pp. 112-113.
- L. Massignon, s.v. «Zandj», su: The Encyclopaedia of Islam (I ediz.)
- G.S.P. Freeman-Grenville, s.v. «Zandj», su: The Encyclopaedia of Islam (II ediz.)
Voci correlate
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