Zakariyya al-Qazwini

Abū Yaḥyā Zakariyyāʾ ibn Muḥammad al-Qazwīnī, semplicemente Zakariyya al-Qazwini o al-Qazvin (nome completo in persiano أبو یحیی زکریاء بن محمد القزویني‎; Qazvin, 1203Baghdad, 1283), fu il principale cosmografo musulmano, polimatematico, divulgatore e scrittore di proto-fantascienza di etnia araba[1][2] o persiana[3][4][5].

Discendeva da una famiglia di giuristi che a lungo aveva avuto residenza a Qazvin e vantava tra i suoi antenati il Compagno del Profeta medinese Anas b. Mālik.

Ceramica illustrante Le meraviglie del creato e gli aspetti miracolosi delle cose esistenti (Iran, XIX secolo)
Il mostro di Gog e Magog, di cui parla Zakariyyāʾ al-Qazwīnī

Biografia

Nato a Qazvin (Persia), Zakariyyāʾ al-Qazwīnī servì come giudice ad al-Wāsiṭ e ad al-Ḥilla sotto il regno dell'ultimo califfo abbaside al-Mustaʿṣim (1240-58) e come esperto legale in diverse località della Persia e nella città di Baghdad. Viaggiò a Damasco - dove incontrò nel 1233 Ḍiyāʾ al-Dīn Ibn al-Athīr (m. 1239), politico e vizir di Ṣalāḥ al-Dīn (Saladino) dall'aprile 1191 (o 1187) e in cui subì l'influenza del grande sufi Ibn ʿArabī - oltre che in Mesopotamia e nei paesi più a oriente.

Dopo la caduta della capitale ad opera dei Mongoli si ritirò a vita privata, seguitando nei suoi studi. Entrò nel circolo intellettuale di cui era patrono 'Ata-Malik Juwayni (m. 1283), governatore di Baghdad per conto di Hūlāgū e del suo successore Abāqā.

Fu a lui che più tardi al-Qazwīnī dedicò la sua famosa opera di cosmografia Le meraviglie del creato e gli aspetti miracolosi delle cose esistenti (in arabo عجائب المخلوقات وغرائب الموجودات?, ʿAjāʾib al-makhlūqāt wa gharāʾib al-mawjūdāt). Questo trattato normalmente ricco d'illustrazioni, conobbe un'immediata popolarità e si conserva ancor oggi in numerose copie manoscritte. Fu tradotto dalla sua lingua originaria, il persiano e più tardi in turco.

Al-Qazwīnī fu anche famoso per il suo dizionario geografico "Monumenti dei luoghi e storia dei servi di Dio" (in arabo آثار البلاد وأخبار العباد?, Āthār al-bilād wa akhbār al-ʿibād).

Al-Qazwīnī scrisse anche un'opera letteraria futuribile, intitolata Awaj bin Anfāq[6] (in arabo أوج بن أنفاق?), su un uomo che viaggia dalla Terra verso un altro pianeta.[7]

Al-Qazwīnī ha ricordato come alchimisti, da lui etichettati come "truffatori", avessero affermato di aver effettuato la trasmutazione di metalli in oro. Egli scrisse:

«…hanno danneggiato lo sviluppo della scienza della chimica, per ingannare potenti governanti come ʿImād al-Dīn Zengī, tanto che molti studiosi e vari colleghi hanno girato le spalle alla chimica, che così è stata isolata come scienza.[8]»

Note

  1. ^ (EN) S. Maqbul Ahmad, «Al-Qazwīnī», su Encyclopedia.com. URL consultato il 12 settembre 2014.
  2. ^ (EN) T. Lewicki, «Al-Ḳazwīnī», in E. van Donzel, B. Lewis e C. Pellat (a cura di), Encyclopædia of Islam, vol. 4, Leida, Brill, 1997, pp. 865–867.
  3. ^ (EN) C. E. Bosworth, ĀṮĀR AL-BELĀD: the title of a geographical work composed in Arabic during the 7th/13th century by the Persian scholar Abū Yaḥyā Zakarīyāʾ b. Moḥammad Qazvīnī, in Encyclopædia Iranica, New York, Columbia University. URL consultato il 12 settembre 2014.
  4. ^ (EN) Cyrus Abivardi (a cura di), Iranian Entomology: An Introduction, vol. 1, Berlino, Springer, 2001, p. 495.
  5. ^ (EN) Bernard Lewis, A Middle East Mosaic: Fragments of Life, Letters and History, New York, Random House, 2000, p. 439.
  6. ^ Close encounters of the Arab kind BBC News, 9 October 2013
  7. ^ Achmed A. W. Khammas, Science Fiction in Arabic Literature
  8. ^ E. J. Brill's First Encyclopaedia of Islam, 1913-1936 - Google Books, su books.google.com.pk. URL consultato il 10 agosto 2013.

Bibliografia

  • Ignatij Julianovič Kračkovskij, Arabskaya geografičeskaya literatura, in Izbrannye sočineniya, IV, Mosca-Leningrado, 1957, pp. 359-60.
  • Lemma «al-Ḳazwīnī» (T. Lewicki), in: The Encyclopaedia of Islam, Second edition.
  • Francesca Bellino-Syrinx von Hees, Le meraviglie del creato e le stranezze degli esseri, Milano, A. Mondadori, 2008, 322 pp. Traduzione dall'arabo del libro di al-Qazwīnī ʿAjāʾib al-makhlūqāt wa gharāʾib al-mawjūdāt. Introduzione e note a cura di S. von Hees, traduzione di F. Bellino.

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