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Wanda Rutkiewicz aveva come obiettivo quello di scalare tutti i quattordici ottomila e morì nel tentativo di scalare il Kangchenjunga che sarebbe stato il suo nono ottomila. Fu vista per l'ultima volta dall'alpinista messicano Carlos Carsolio e il suo corpo venne ritrovato nel 1995 da una spedizione italiana composta da Simone Moro, Fausto De Stefani, Silvio Mondinelli, Marco Galezzi, Mauro Mabellini, Miky Oprandi e Josef Rakonkaj sul versante opposto a quello lungo il quale era salita.
Per questo sono state formulate due ipotesi: che la Rutkiewicz fosse salita sul Kangchenjunga e fosse poi caduta tentando di scendere dal versante opposto o che, arrivata al colle che separa la vetta principale del Kangchenjunga dal Kangchenjunga West (Yalung Kang), sia precipitata dal colle lungo il canalone sul versante sud. La spedizione italiana le diede degna sepoltura e fu grazie alle loro foto che si poté in seguito stabilire che quel corpo era proprio quello di Wanda.[2]