Virginia Olper MonisVirginia Olper Monis (Venezia, 21 gennaio 1856 – Venezia, 13 settembre 1919) è stata una scrittrice italiana. BiografiaNacque nel ghetto di Venezia in una famiglia ebraica. Figlia di Silvio Olper, un commerciante benestante sostenitore delle idee risorgimentali e vicino alla massoneria, crebbe in un ambiente liberale. Non si hanno notizie sui suoi studi, tuttavia si ritiene abbia ricevuto un'istruzione di stampo umanistico.[1] Il matrimonio con il cattolico Isidoro Monis sancì la sua esclusione dai registri ufficiali della comunità ebraica di Venezia,[2] tuttavia Olper Monis mantenne sempre un profondo contatto con le sue origini.[3] Dopo un breve soggiorno a Sacile, i Monis si stabilirono definitivamente a Padova,[2] dove si concentrò gran parte della produzione letteraria di Olper Monis. A questo periodo risale il suo unico romanzo intitolato Il raggio. Collaborò con diverse riviste quali Il Veneto, Il Comune e La Donna.[1] Le sue idee progressiste la resero una fervente femminista. Fu inoltre una delle prime donne italiane a sostenere pubblicamente il divorzio e si dimostrò attenta ai problemi sociali, ispirata dalle idee marxiste.[1] Nella sua recensione sul romanzo Teres di Neera pubblicata su La Donna il 20 febbraio 1887, trova nella scarsa istruzione e nella mancata indipendenza economica alcune delle cause della subordinazione della donna all'uomo.[2] Nel 1898 fu co-fondatrice del Comitato pro reclusi di maggio, un gruppo di donne che chiedeva trattamenti civili per i detenuti.[4] Si ritirò nel 1907 a San Michele al Tagliamento per prendersi cura di sua figlia Elisabetta Lia. Morì a Venezia nel 1919.[2] Opere selezionate
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