Villa Mazziotti è una delle ville storiche di Napoli che si trovano nel quartiere di Posillipo. La villa fu eretta su un baluardo di epoca vicereale, nel luogo in cui si trovava il palazzo del duca d'Aquale (1629), già casino dell'Annunciata (XV secolo).
La struttura, oggi trasformata in un condominio, faceva parte dei possedimenti della famiglia dei Mazziotti, baroni di Celso. Un esponente di questa famiglia originaria di Celso (Pollica), Francesco Antonio Mazziotti, eroe dell'unità nazionale, fu costretto a spostarsi dal Cilento a Napoli, sotto sorveglianza, a seguito di un'ordinanza restrittiva prefettizia del giugno 1838[1] e vi acquistò, nel 1840, vari edifici, tra i quali il palazzo Mazziotti a Trinità Maggiore (ora via Benedetto Croce) e una villa sul promontorio di Posillipo[2].
La villa ha un'entrata in comune con la villa Roccaromana e un'altra propria con cancello in ferro. Ha un piano interrato, un piano terra di tre vani, un primo piano di dodici vani e una sopraelevazione di un vano. È preceduta da un avancorpo con banchina verso il mare con ambienti su più livelli.[3]
Iconografia
Il precedente palazzo del Duca d'Aquale è rappresentato visto da ponente, in un quadro ad olio conservato a Madrid al Museo del Prado.
La villa Mazziotti è raffigurata, vista da ponente, in un quadro ad olio eseguito dalla baronessa Olimpia Mazziotti di Celso Cosenza, conservato dagli eredi, e in un altro dipinto ad olio anonimo. Un'altra raffigurazione della villa, unica immagine da levante, "vista dalla grotta, con personaggi in costume", è raffigurata in una gouache tedesca.
Esistono inoltre delle cartoline d'epoca (1885 e 1913) di villa Mazziotti, con la spiaggetta a ponente ancora libera da altri manufatti.
«Villa Mazziotti a Posillipo - Categoria III
Casina sul lato sinistro della strada nuova di Posilipo a cui si accede per doppia entrata, la prima mediante un vano comune con la villa già Roccaromana ora Palumbo la seconda tutta particolare mediante apposito cancello in ferro sulla via fornita della leggenda Villa Mazziotti. È riportata al catasto urbano della sezione Chiaia partita 1595 (...) il fabbricato composto di un sottano, tre vani terranei un primo piano di dodici vani ed un terzo piano di un vano. Detta casina è intestata come i cespiti precedentemente indicati (in testa ai sigg. Mazziotti barone Pietro e Matteo fratelli fu Francescantonio (...), cfr.Palazzo Mazziotti). Confina da levante con la villa Palumbo, da mezzogiorno col mare, da ponente con la proprietà Fattibene e a settentrione con la strada nuova di Posilipo . Dal lato del mare per riguardarla dai marosi evvi un avancorpo di fabbrica con apposita banchina.
La detta casina si compone 1° di una cantina e vano sulla banchina 2° di un quartino terraneo di tre compresi (...) 3° di un quartino al primo piano a sinistra (...) 4° di un quartino al primo piano a destra (...) 5° di un quarto del secondo piano con dieci vani ed un altro superiore al terzo piano che ha l'uscita sopra un piccolo giardino annesso (...) 6° di una stanza con cucina (...) 7° stanza superiore all'anzidetto quarto al secondo piano, scavata nel tufo con stalla terranea sulla nuova strada di Posilipo riportata nel catasto come sopra (...) 8° Giardino a masseria vitata seminativo con casa rustica riportata nel catasto dei terreni della sez. Chiaia art. 1799 con identica intestazione dei cespiti precedenti (...). Confina al sud con la suddetta casina, a levante con lo stradone di discesa al mare e con villa Palumbo, a ponente con la proprietà Fattibene, al nord con la strada nuova Posilipo (...).
(da documenti notarili per la successione del nobile Francesco Antonio Mazziotti barone di Celso (1811 - 1878)»
Bibliografia
Yvonne Carbonaro, Le ville di Napoli, Tascabili Economici Newton, Newton e Compton Ed. 1999 Roma, ISBN 88-8289-179-8