Tactical Studies Rules decise di proporre la licenza per la produzione di videogiochi ufficiali basati su Dungeons & Dragons nel 1987, sebbene molti titoli sviluppati negli anni precedenti avessero subito evidenti influenze da esso.[1] L'azienda che riuscì ad aggiudicarsi la licenza fu la Strategic Simulations, nonostante la concorrenza di altre compagnie più blasonate, probabilmente grazie alla sua esperienza nel campo dei wargame per computer di cui molti dipendenti della TSR erano giocatori.[2] La SSI sviluppò un motore grafico denominato Gold Box, e il primo titolo a sfruttarlo fu Pool of Radiance (1988).[1] Cinque anni più tardi, dopo la pubblicazione di oltre una trentina di giochi, la SSI era sull'orlo della bancarotta a causa dei ritardi nella pubblicazione del motore grafico che avrebbe dovuto sostituire l'ormai obsoleto Gold Box; l'ultimo gioco pubblicato fu Dark Sun Shattered Lands nel 1993.
La TSR divise quindi la licenza tra più produttori.[3] Concesse alla Interplay Entertainment una licenza per l'uso dei marchi e delle associate proprietà intellettuali Forgotten Realms e Planescape per la produzione di videogiochi.[4] Una divisione dell'Interplay, chiamata Black Isle Studios usò questa licenza per sviluppare una serie di giochi di successo basati su queste due ambientazioni. Pubblicarono anche la serie di Baldur's Gate sviluppata dalla compagnia canadese BioWare. Nel 2003 la Interplay ebbe problemi finanziari, in seguito ai quali la divisione Black Isle Studios fu chiusa. La loro successiva pubblicazione per Dungeons & Dragons, dal nome in codice di "Jefferson", fu cancellata per problemi legali con la Wizards of the Coast, i nuovi detentori dei diritti per la franchise Dungeons & Dragons.[5]
La Wizards of the Coast acquistò la TRS nel 1997 e a sua volta venne acquisita dalla Hasbro nel 1999. In conseguenza di ciò la sussidiaria Hasbro Interactive ottenne i diritti per l'uso del marchio Dungeons & Dragons per i loro videogiochi. Nel 2001 in seguito ad alcune difficoltà finanziarie la Hasbro vendette il 100% della Hasbro Interactive alla Infogrames Entertainment al costo di 100 milioni di dollari.[6] Ciò condusse alla pubblicazione nel 2002 del gioco Neverwinter Nights. Nel 2011, a seguito di una causa intentatagli da Hasbro, Atari (il nuovo nome assunto da Infogrames) ha dovuto restituirgli i diritti.
^ab(EN) Shannon Appelcline, Designers & Dragons, Mongoose Publishing, 2011, p. 21, ISBN 978-1-907702-58-7.
^(EN) Rausch Allen, SSI's "Gold Box" Series, su au.gamespy.com, 16 agosto 2004. URL consultato il 28 luglio 2012 (archiviato il 28 luglio 2012).
^(EN) Michael J. Tresca, The Evolution of Fantasy Role-Playing Games, McFarland, 2010, ISBN 0-7864-5895-X.
^(EN) 1st Amend To Computer Game License Agmt, su techagreements.com, 8 agosto 1994. URL consultato il 17 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2012).
^ Thorsen, Interplay shuts down Black Isle Studios, in GameSpot, CBS Interactive Inc., 8 dicembre 2003. URL consultato il 17 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2011).
^abQuesti giochi non vennero licenziati dalla TSR ma furono implementazioni non ufficiali del sistema di gioco di Dungeons & Dragons. In ogni caso i giochi erano gratuiti e giocati principalmente da studenti su mainframe universitari e non si ha notizia che la TSR abbia mai fatto alcuno sforzo per impedirne l'offerta.
^(EN) Mattel's Dungeons and Dragons, su handheldmuseum.com, Handheld Games Museum. URL consultato il 23 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2012).
^ab Robert L. Perry, Good News for Computer Buffs, in Boy's Life, dicembre 1983, p. 19. URL consultato il 23 dicembre 2009.
^abcde(EN) John Dillon, Neverwinter Nights Goes Diamond, RPGamer, 21 ottobre 2005. URL consultato l'11 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2012).
^(EN) Jason Woo, Forgotten Realms: Demon Stone, in GameAxis Unwired, n. 15, novembre 2004, p. 20. URL consultato il 26 dicembre 2009.
^ Ismet Bachtiar, Dragonshard, in Game Axis Unwired, ottobre 2005, p. 13.
^ Greg Kasavin, Dungeons & Dragons Online: Stormreach (PC), in cnet reviews, CBS Interactive, 16 marzo 2006. URL consultato l'11 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2013).