Viaggio con Charley
Viaggio con Charley (titolo originale Travels with Charley: In Search of America) è un reportage di viaggio dello scrittore statunitense John Steinbeck, premio Nobel per la letteratura, pubblicato nel 1962. Nel 1960 Steinbeck si appresta a compiere attraverso gli Stati Uniti il viaggio che racconterà in questo libro con il proposito di ristabilire con il proprio paese un legame duraturo. «Il mio piano era chiaro, conciso e sensato, credo. Per molti anni ho viaggiato in molte parti del mondo. In America, io vivo a New York, capito a Chicago o a San Francisco. Ma New York non è America, allo stesso modo in cui Parigi non è Francia e Londra non è Inghilterra. Così scoprii che non conoscevo il mio paese.[1]» Trama«Vagabondo ero, vagabondo resto. Metto giù questa roba non per istruire gli altri, ma per informare me stesso.[2]» L'antica ed istintiva passione per i viaggi, il desiderio di riappropriarsi della sua prima ispirazione di romanziere inducono lo scrittore, a cinquantotto anni, a ripetere l'esperienza degli antichi pionieri. Come compagno di viaggio Steinbeck sceglie un cane, un barboncino francese di nome Charles le Chien, detto Charley «...portai un solo compagno nel mio viaggio, un vecchio barboncino francese chiamato Charley. In realtà il suo nome è Charles le Chien, nato a Bercy, nei sobborghi di Parigi e cresciuto in Francia[3]» molto dignitoso e capace di esprimere la propria opinione scuotendo la coda, facendo uggiolii e abbaiando. In settembre Steinbeck e Charley partono da New York sul loro Ronzinante e si dirigono a nord, in Canada, attraversando il New England, poi, costeggiando il confine fino ad occidente, si recano a visitare il Middle West e in seguito, sempre nella direzione nord-ovest, attraversano le Montagne Rocciose e arrivano alla costa del Pacifico. Dal Pacifico discendono in California e iniziano il viaggio di ritorno attraverso il Texas e la Louisiana fino a New York dove arrivano per Natale. Durante il viaggio fanno numerosissimi incontri dai quali nascono tante riflessioni. E infine, dopo aver viaggiato rifuggendo dalle città congestionate dal traffico, evitando le autostrade e i luoghi turistici, sostando nelle cittadine di provincia o nelle fattorie per ritrovare il ritmo lento che concede ancora il piacere di godere delle piccole cose, si ritrova a New York frastornato dal traffico, impedito dai divieti e non riesce ad imboccare la strada per casa sua. «A un tratto mi fermai accosto al marciapiede, in divieto di sosta, spensi il motore, mi appoggiai allo schienale e scoppiai a ridere, e non mi fermai più... Un poliziotto all'antica, con un bel viso rosso e gelidi occhi azzurri si chinò su di me. "Che succede, amico?" Bevuto?" chiese. Edizioni italiane
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