Le Veneri di Busonè sono due idoletti in pietra, risalenti al periodo eneolitico antico (2500-1800 a.C.), raffiguranti figure femminili dalle prosperose forme.[1]
Le due statuette furono ritrovate dall’archeologo Bianchini nel 1967, nella necropoli preistorica di cozzo Busonè, sito archeologico posto tra Raffadali e Agrigento.[1]
Insieme alle veneri furono rinvenuti frammenti di ceramica dello stile S. Cono Piano Notaro, che permisero di datare la necropoli al periodo eneolitico antico.[1]
Le due statuette furono realizzate incidendo due ciottoli di fiume naturalmente levigati.[1]
Quella di maggiori dimensioni (16,1 cm) ha una forte somiglianza con le veneri paleolitiche.[1] L’altra statuetta (6 cm) presenta incisioni meno profonde.[1]
Significato
Le due statuette sono da ascriversi al culto, tipico del mondo agricolo e pastorale antico, della Dea Mater.[1]
Mimmo Cassaro, Giuseppina Tarallo e Antonino Vella, Itinerari archeologici, storici e naturalistici di Raffadali e dintorni, Agrigento, Centro studi G. Pastore, 1988, SBNIT\ICCU\PAL\0010399.