Questa voce elenca le unità di misura presenti in Sicilia in vigore (pur subendo variazioni lessicali di termini, di valori territoriali e di libere interpretazioni personali e feudali), dal periodo Normanno e attraverso la dominazione Aragonese, fino a qualche anno dopo l'unificazione del Regno d'Italia. Molte terminologie e criteri sono di derivazione araba frammisti a fondamenti di matrice greca e romana.
Fondamentale è l'uniformazione in epoca normanna supportata dai correttivi nel periodo aragonese quando si assiste a una prima standardizzazione, la Canna composta da 8 Palmi ha valore di 2,109360 metri in virtù dell'Editto del 6 aprile 1480 emanato da Federico I d'Aragona e delle varie leggi all'inizio del XIX secolo, fino alla totale abrogazione del 1861.
Nel 1809 Ferdinando II di Borbone adottò ed estese nel resto del Regno di Napoli il sistema di misurazione per le lunghezze siciliano con legge del 6 aprile 1840 che, all'articolo 2 così recita: "la base dell'intero sistema, il palmo, è la sette milionesima parte di un minuto primo del grado medio del meridiano terrestre ovvero la sette milionesima parte del miglio geografico d'Italia pari a 0,26455026455", sostituendo così il valore del vecchio palmo napoletano pari a 0,2633333670 metri del 1480[1][2][3][4]
Nonostante l'introduzione del Sistema Metrico Decimale è ancora possibile captare valutazioni e apprezzamenti secondo le antiche consuetudini specie tra gli strati della popolazione più anziana e nelle località più remote dell'isola riguardo alla quantificazione, suddivisione, stime delle aree e delle relative produzioni agricole.
Palmo (parmu, plurale parmi in tutte le accezioni), palmo quadrato, palmo cubico.
Oncia (onza o unza, plurale onze o unze in tutte le accezioni), oncia quadrata, oncia cubica.
Linea (linia, plurale linii/a in tutte le accezioni), linea quadrata, linea cubica.
Punto (puntu, plurale punti/a in tutte le accezioni), punto quadrato, punto cubico.
Unità di misura di superficie agrarie
la misura d'uso denominata
si può suddividere in
e corrisponde a
1 salma (sarma)
16 Tomoli
17.415,37 m²
1 tomolo (tumulu o tùmminu)
4 mondelli
1.088,46 m²
1 mondello (munnìu o munnieddo)
4 coppa
272,1152 m²
1 coppo (coppu)
4 carrozzi
68,0288 m²
1 carrozzo (carrozzu)
4 quartigli
17,0072 m²
1 canna quadrata o quartiglio
8 palmi x 8 palmi
4,2518 m²
Le unità di misura di superficie agrarie sono quelle più soggette a variazioni da provincia a provincia, da località in località. In particolare la salma e il tomolo risultano sganciati dal relativo ordine di sottomultipli non essendoci corrispondenza con il principio assunto: una canna quadrata o quartiglio = 8 palmi x 8 palmi = 4,2518 m², solo il valore del tomolo della provincia di Messina, per lo scarto di alcuni metri quadri dovuto all'approssimazione delle operazioni con i decimali, si avvicina alla tabella esemplificativa.
Salma (sarma, plurale sarmi in tutte le accezioni), salma di peso, salma solida.
Tomolo (tumulu o tumbulu o tùmminu, plurale tumuli o tumbuli o tùmmini in tutte le accezioni) dall'arabo tumn, tomolo di peso, tomolo solido.
Mondello (munnìu o munnieddu o munzieddu, plurale munnìi/a o munnieddi/a o munzieddi/a in tutte le accezioni) dall'arabo madd, mondello di peso, mondello solido.
Coppo (coppu, plurale coppi/a in tutte le accezioni), coppo di peso, coppo solido.
Carrozzo (carrozzu, plurale corrozzi/a in tutte le accezioni), carrozzo di peso, carrozzo solido.
Per minime quantità comunque apprezzabili ad occhio nudo ma, indefinite sono utilizzate colloquialmente le locuzioni: lacrima, stidda, 'bbrizza, 'nticchia, 'na picca e picchitta.
Unità di misura di capacità per liquidi alimentari
A Catania è utilizzata ancora l'unità di misura dell'olio in cafiso (cafisu) pari a Kg 16,00 = litri 17,200 circa.
Quartara per mosto = litri 8,60 - 9 lt con il buco del collo tappato. Il buco del collo della quartara andava tappato durante le transazioni a favore del proprietario sicché il destinatario riceveva 4 decilitri in più.
Giorno: arco delle 24 ore compreso tra le 6:00 e le 18:00.
Notte: arco delle 24 ore compreso tra le 18:00 e le 6:00 del giorno successivo.
Unità di misura di valuta
la misura d'uso denominata
si può suddividere in
e corrisponde a
1 oncia o onza (conio in oro)
30 tarì
1 tarì (conio in argento)
20 grani o 2 carlini
1 carlino
10 grani
1 grano
6 piccioli
1 picciolo
Grano: moneta d'argento e rame fatta coniare da Federico I d'Aragona per il Regno delle Due Sicilie, equivalente idealmente alla 6001 parte dell'oncia d'oro. Fino al 1814 si divideva in 12 cavalli o 2 tornesi; con la legge del 14 agosto 1814 fu introdotta la divisione in 10 cavalli. 10 grana napoletani = 20 grana siciliani ma, l'Oncia siciliana è rimasta il più alto taglio di conio del Regno fino alla chiusura della Zecca di Palermo nel 1758, il che non impedì la sua circolazione fino all'emanazione del decreto N° 1908 del 6 marzo 1820 valido dal 1º gennaio 1821, con il quale il sistema monetario è unificato in tutti i territori del Regno delle Due Sicilie, abolendo la monetazione siciliana in onze e tarì.
La divisa straniera (circolante oltre Stretto) è chiamata bajocco 1 ducato = 10 carlini = 100 grana di Napoli = 100 bajocchi.
1 Onza siciliana = 3 ducati napoletani = 12,75 lire piemontesi del 1861.
Equivalenze monete: 1 oncia = 30 tarì = 60 carlini = 600 grani = 12,750 lire italiane al 1861.
Riepilogo della valuta nella divisa onza siciliana e dei tagli di conio sottomultipli.
Oncia od onza (onza o unza, plurale onze o unze in tutte le accezioni, conio in oro).
Baiocco (baioccu, plurale baiocchi, consueta anche la scrittura bajoccu, plurale bajocchi): utilizzati a seconda delle epoche nelle transazioni monetarie con le divise oltre Stretto che prevedevano equivalenze con la divisa del Regno di Napoli o Regno delle due Sicilie.
^Pagine XV - XVII, Vincenzo Mortillaro, "Guida per Palermo e pei suoi dintorni del barone V. Mortillaro" [1], Tipografia del giorn. Letterario, Palermo, 1836.
Bibliografia
Gioacchino di Marzo, "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI. Memorie storiche e documenti", due volumi, Palermo, 1880 - 1883.
Carlo Afan de Rivera, "Della restituzione del nostro sistema di misure pesi e monete alla sua antica perfezione", Napoli: dalla Stamperia e Cartiera del Fibreno, 1838.
Carlo Afan de Rivera, "Tavole di riduzione de pesi e delle misure della Sicilia Citeriore in quelli statuti della legge de 6 aprile del 1840", Napoli: dalla Stamperia e Cartiera del Fibreno, 1840.
Giovanni Bursotti, "Biblioteca di commercio", Volume 1, Caro Batelli & C., Napoli, 1841.
Fedele Amante, "Elementi di aritmetica di Fedele Amante", Reale Tipografia della Guerra, Napoli, 1841.
Renzi Chiovelli, "Tecniche costruttive murarie medievali: la Tuscia - Storia della tecnica edilizia e restauro dei monumenti". L'Erma di Bretschneider, 500 pagine, 2007.