La lanterna tōrō è originaria della Cina, poi diffusasi come elemento architettonico dei templi buddisti anche in Giappone, Corea e Vietnam. Benché sia un elemento presente in tutta l'Asia orientale, è oggi comune soltanto nell'arcipelago giapponese, mentre altrove risulta sempre più raro. I tōrō sono generalmente in pietra, ma a volte possono essere realizzati anche in metallo o legno.
Questa tipologia di lanterna iniziò a essere prodotta nell'antica Cina tra la fine della Dinastia Qin e l'inizio della Dinastia Han occidentale, facendo la sua comparsa nel Sol Levante secoli più tardi, soltanto al principio del Periodo Heian, epoca in cui il Giappone andò incontro a una forte influenza da parte della cultura cinese. Oltretutto a quel tempo la capitale del Paese era situata a Nara, città che ancora oggi all'interno dei suoi monumenti storici, ospita molti dei tōrō più antichi di tutto il Giappone.[1]
Il compito dei tōrō è quello di fungere da fonte di illuminazione lungo i sentieri di un tempio buddhista o di un santuario shintoista. Infatti seppur nati come elemento architettonico legato al culto di Buddha, in Giappone sono stati adottati anche presso i luoghi sacri di adorazione dei kami, le divinità dello shintoismo. Generalmente nei luoghi di culto di più recente edificazione, perdono la funzione originaria e svolgono perciò un ruolo prettamente decorativo. La forma della lanterna ha una significativa valenza culturale, poiché rappresenta i cinque elementi della filosofia cinese.[2]
Come menzionato in precedenza, questo tipo di lanterna è situato principalmente in luoghi sacri, ma anche ai margini delle strade, oppure all'interno dei giardini tradizionali che ancora oggi conservano l’architettura giapponese classica. In occasione dei matsuri, feste popolari del folklore nipponico, i tōrō vengono illuminati e le loro fessure spesso rivestite con fogli di carta raffiguranti iscrizioni religiose.[3]
