Tre grandi problemi dell'antichitàIn matematica, i tre grandi problemi dell'antichità, posti dai matematici dell'antica Grecia, non furono risolti (tutti e tre in negativo perché impossibili) solo con lo sviluppo dell'algebra. Sono considerati il punto di partenza della ricerca che ha sviluppato significativamente il corpus matematico[1][2]. I tre problemi sono:
Carl Friedrich Gauss eseguì un importante lavoro preliminare (ampliato dalle analisi di Évariste Galois) su cui si basò Pierre-Laurent Wantzel per dimostrare rigorosamente nel 1837 un teorema generale da cui risulta l'impossibilità della duplicazione del cubo e della trisezione dell'angolo con riga e compasso[3]. Nel 1882, Ferdinand von Lindemann dimostrò che il pi greco è un numero trascendente[4], mostrando infine l'impossibilità dell'ultimo problema, la quadratura del cerchio. A questo elenco di problemi, alcuni autori aggiungono alla riga e al compasso la costruzione di poligoni regolari. Questo problema venne completamente risolto dal teorema di Gauss-Wantzel, mostrando in particolare che anche l'ettagono regolare è impossibile da costruire con riga e compasso. Note
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