Federico II, nel 1229, aveva intrapreso la sesta crociata, a lungo promessa e rinviata, per la quale si era solennemente impegnato, da ultimo con papa Onorio III, nell'accordo scaturito dalla Dieta di San Germano del 1225. Proprio il ritardo nell'adempimento aveva dato motivo per la sua scomunica a Gregorio IX, successore di Onorio sulla cattedra papale.
L'epilogo di tale vicenda fu la pace firmata a San Germano (l'odierna Cassino): con essa l'imperatore accordava l'amnistia a tutti i suoi nemici e revocava il bando contro la Lega lombarda. Gaeta e Sant'Agata dei Goti, che si erano poste sotto la protezione del papa, rimarranno tali per almeno un anno, inoltre, le forze militari di Federico cessarono di occupare porzioni dello Stato Pontificio, tra le quali la Marca di Ancona e il ducato di Spoleto.
Il trattato fu il capolavoro diplomatico di Guala, che dopo la firma divenne vescovo di Brescia; il 28 agosto seguente la scomunica di Federico II fu annullata.