Tra i più rinomati alpinisti sloveni degli anni '80, è famoso soprattutto per l'apertura di una nuova via sulla parete sud del K2 nel 1986 e per la prima salita della parete sud del Lhotse nel 1990, considerata allora l'ultimo grande problema insoluto dell'alpinismo himalayano, ma questa ascensione è stata successivamente contestata per mancanza di prove.
Biografia
Ha praticato da giovane diversi sport: la ginnastica artistica (è stato campione alle scuole superiori nei volteggi al cavallo con maniglie), l'atletica, la pallamano e lo sci alpino. Nel 1975 a sedici anni si iscrive alla scuola di alpinismo di Kranj e compie le prime salite sulle Alpi Giulie.[1]
Dalla metà degli anni '80 oltre a continuare l'attività alpinistica sulle Alpi partecipa alle prime spedizioni in Himalaya. Si fa sostenitore dell'approccio in stile alpino agli ottomila, basato su un equipaggiamento leggero e salite veloci. Nel 1985 apre una nuova via sul Kangchenjunga Ovest e l'anno successivo sale il Broad Peak in solitaria per la via normale. Seguono tre solitarie di grande importanza:
K2 nel 1986: apre una nuova via sulla parete sud che si ricollega alla Spalla sullo Sperone degli Abruzzi, linea già tentata nel 1983 dalla spedizione di Doug Scott.
Jannu nel 1989: prima ascensione della parete nord.
Lhotse nel 1990: prima ascensione della parete sud.
L'ascensione del Lhotse fu presto contestata. Tomo Česen infatti non fece fotografie in vetta e ridiscese per la via di salita. Messo sotto pressione per ottenere prove della salita arrivò addirittura a presentare delle immagini poi risultate appartenute a Viki Groselj e quindi false.[2] Questo caso gli fece perdere molta credibilità e furono messe in dubbio anche altre sue precedenti salite come lo Jannu e la ripetizione di No Siesta sulle Grandes Jorasses.
Dopo il Lhotse e le dispute ad esso collegate Tomo Česen ha lasciato l'alpinismo estremo e si è dedicato a una delle sue iniziali passioni, l'arrampicata sportiva. È divenuto tracciatore internazionale della International Federation of Sport Climbing[3] ed organizzatore della gara di Coppa del mondo lead di arrampicata di Kranj, solitamente l'ultima tappa del circuito. Dal 1996 al 2002 è stato anche l'allenatore della arrampicatrice slovena Martina Cufar.[4]
I figli Ales e Nejc sono anch'essi arrampicatori e alpinisti.
Salite himalayane
Nella seguente tabella sono elencate le salite himalayane e nella prima colonna sono numerate le salite degli ottomila. Le salite del Lhotse e dello Jannu sono controverse.[5]
Prima ascensione della parete sud e in solitaria in 45 ore (salita controversa)[9]
Altre salite
Nel seguente elenco sono riportate alcune delle salite più significative di Tomo Česen.[10] La salita di No Siesta sulla parete nord delle Grandes Jorasses è tuttavia controversa.
Sperone Walker e Via Mc Intyre-Colton - Grandes Jorasses - 1985 - Concatenamento
Eiger, Cervino, Grandes Jorasses - 1986 - Salita invernale delle tre pareti nord dal 6 al 12 marzo
No Siesta - Grandes Jorasses - 1987 - Seconda salita e prima solitaria in 14 ore (salita controversa)[11]
^(EN) Searching for Tomaz Humar, su rockandice.com. URL consultato il 27 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2012).
^(EN) Chief Routesetters (PDF), su egw.ifsc-climbing.org, ifsc-climbing.org. URL consultato il 28 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
^(EN) Martina Čufar, su climbandmore.com. URL consultato il 28 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2012).
^Le vie di salita al K2, su k2.planetmountain.com, planetmountain.com. URL consultato il 28 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).