Teresa Mañé Miravet

Teresa Mañé Miravet, nota anche con lo pseudonimo di Soledad Gustavo (Vilanova i la Geltrú, 30 novembre 1865Perpignano, 5 febbraio 1939), è stata un'anarchica e pubblicista spagnola.

Biografia

Teresa Mañé Miravet (Soledad Gustavo)

Nata in una famiglia di idee federaliste e di condizioni economiche abbastanza agiate compì studi magistrali. La lettura delle opere di Pierre-Joseph Proudhon e l'ascolto di conferenze di Fernando Tarrida del Mármol la indirizzarono verso concezioni laiche e anarchiche.[1] Entrata nella Confederazione dei maestri laici della Catalogna creò una scuola elementare nel paese natale che si ispirava alle teorie laiciste e anticlericali dell'ex sacerdote Bartolomé Gabarró y Borrás: Contemporaneamente incominciò a collaborare a diversi periodici anarchici utilizzando lo pseudonimo Soledad Gustavo che userà poi per tutta la vita.[1]

Nel 1891 si sposò con il maestro anarchico Juan Montseny Carret, più noto come Federico Urales, con cui condivise vita, interessi e impegno politico. Dalla coppia nacque Federica Montseny, destinata ad avere un ruolo politico importante. La coppia si trasferì a Reus dove Mañé Miravet aprì la propria scuola (nominalmente diretta dal marito).[1]

L'attentato di Barcellona del 1896, che provocò sei morti, fu all'origine di un'ondata repressiva antianarchica (con oltre 400 arresti e numerose condanne), il marito fu condannato all'esilio nel controverso processo di Montjuïc e Teresa lo raggiunse a Londra l'anno seguente, dopo l'attentato di Michele Angiolillo che provocò la morte del presidente del consiglio spagnolo Antonio Cánovas del Castillo.[1]

Nel 1898 la coppia rientrò clandestinamente a Madrid con lo scopo di denunciare gli esiti del processo di Montjuïc, visto come un tentativo di decapitare il movimento anarchico, e fondò il quindicinale La Revista blanca (1898-1905), da lei stessa diretto, che riuscì ben presto a raccogliere intorno a sé collaboratori autorevoli, oltre ai principali pensatori anarchici, personaggi come Miguel de Unamuno, Pío Baroja, Leopoldo Alas, Francisco Pi y Margall e Fernando Garrido. Il livello del dibattito fece della rivista "la pubblicazione operaista spagnola più importante degli ultimi anni del 19º secolo".[1]

negli stessi anni collaborò al settimanale Tierra y Libertad, fondato dal marito, e lavorò attivamente come amministratrice, traduttrice, correttrice di bozze e in alcuni casi come direttrice alla piccola casa editrice libertaria fondata dalla coppia.[1]

nel 1912 la coppia si trasferì a Barcellona e Teresa Mañé Miravet proseguì nell'attività di traduttrice (di rilievo la traduzione de L'avvenire dei sindacati operai di Georges Sorel, di cui scrisse anche l'introduzione) e di pubblicista. Quando marito e figlia ripresero la pubblicazione della Revista blanca nel 1923 collaborò attivamente, in particolare attraverso la rubrica "Efemeridi del popolo" e andò approfondendo la propria concezione di un "Anarchismo senza aggettivi" (mutuata da Tarrida del Mármol che si distingueva dall'Anarco-sindacalismo della Confederación Nacional del Trabajo.[1][2]

Durante la Guerra civile spagnola rimase a Barcellona fino all'arrivo dei franchisti, nonostante un cancro al colon che si aggravava sempre di più, morì poco dopo essere espatriata in Francia.[1][3]

Note

Bibliografia

  • (ES) María Teresa Martínez de Sas, Teresa Mañé Miravet, in Diccionario Biográfico Español. URL consultato il 1º marzo 2022.
  • (CA) Teresa Mañé Miravet, in Diccionari biogràfic de dones. URL consultato il 1º marzo 2022.
  • (CA) Teresa Mañé i Miravet (XML), in Gran enciclopèdia catalana. URL consultato il 1º marzo 2022.

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