Teorema di DandelinNella geometria, le coniche (l'ellisse, la parabola e l'iperbole) definite come sezioni piane di un cono, sono studiate inizialmente nello spazio in quanto curve “solide”. Le definizioni più usate sono comunque quelle della geometria piana. Il legame semplice e suggestivo tra teoria piana e teoria “solida” viene stabilito nel 1822 dal matematico franco-belga Germinal Pierre Dandelin. A tal proposito ricordiamo le sfere di Dandelin, che consentono di analizzare più nel dettaglio questo legame. Sfere di DandelinUna sezione conica non degenere, figura ottenuta dalla intersezione di un piano con un cono, possiede una o due sfere di Dandelin caratterizzate dalla proprietà:
Ogni sezione conica ha una sfera di Dandelin associata a ciascuno dei suoi fuochi.
L'interesse per le sfere di Dandelin deriva dal fatto che è nota un'elegante dimostrazione del matematico belga Dandelin dell'equivalenza tra la definizione di conica data da Apollonio e la definizione di conica come luogo geometrico soddisfacente proprietà di carattere metrico. Non può sfuggire l'importanza della dimostrazione di questo teorema in quanto è possibile parlare delle coniche e studiarle rimanendo nel piano. Teorema di Dandelin sull'ellisseCostruzione geometrica dei fuochi di una conica (considerata come sezione piana di un cono rotondo indefinito).
Dimostrazione: Si consideri l'illustrazione che raffigura un piano che interseca un cono in un'ellisse e mostra le due sfere di Dandelin. Sia g una qualunque generatrice del cono e siano:
Dalla costruzione, risulta evidente che il punto P è esterno alle due sfere. I due segmenti PF' e PP' sono uguali perché segmenti di tangenti condotte da un punto esterno ad una stessa sfera. Analogamente, sarà anche PF"=PP". Sommando membro a membro le due uguaglianze trovate abbiamo la relazione: PF' PF" = P'P" = costante.
Che costituisce, appunto, la definizione dell'ellisse considerata come luogo dei punti del piano per i quali è costante la somma delle distanze da due punti fissi detti fuochi. Analogamente si può osservare che Dandelin non solo dimostrò l'equivalenza tra la teoria solida e la teoria piana dell'ellisse, ma anche dell'iperbole e della parabola. Analizziamo il caso della dimostrazione dei fuochi dell'iperbole: Teorema di Dandelin sull'iperbole
Dimostrazione: Si consideri l'illustrazione che raffigura un piano che interseca un cono in un'iperbole e mostra le due sfere di Dandelin. Sia g una qualunque generatrice del cono e siano:
Dalla costruzione, risulta evidente che il punto P è esterno alle due sfere. I due segmenti PF' e PP' sono uguali perché segmenti di tangenti condotte da un punto esterno ad una stessa sfera. Analogamente, sarà anche PF"=PP". Sottraendo membro a membro le due uguaglianze trovate abbiamo la relazione: PF' PF" = P'P - P''P = costante
Che costituisce, appunto, la definizione dell'iperbole considerata come luogo dei punti del piano per i quali è costante la differenza delle distanze da due punti fissi detti fuochi. Analizziamo adesso il caso della dimostrazione del fuoco della parabola: Teorema di Dandelin sulla parabola
Dimostrazione: Si consideri l'illustrazione che raffigura un piano che interseca un cono in una parabola e mostra una sfera di Dandelin. Sia g una qualunque generatrice del cono e siano:
Dalla costruzione, risulta evidente che il punto P è esterno alla sfera. Quindi, per la nota proprietà delle tangenti ad una sfera condotte da un punto esterno, sarà: PP' = PF.
Inoltre, i tre punti A, P' e P" sono allineati in quanto giacciono sull'intersezione del piano in cui giace la circonferenza di contatto tra il cono e la sfera con il piano determinato dalle due rette AV e PP" (ambedue parallele all'asse della parabola). Dalla costruzione si osserva che i due triangoli AVP' e P'PP" sono simili e dato che il primo è isoscele, anche il secondo lo sarà. Avremo, pertanto: PP' = PP".
La proprietà transitiva, applicata alle due uguaglianze trovate, ci permette di concludere che sarà: PF = PP"
relazione che costituisce, appunto, la definizione della parabola come luogo dei punti del piano equidistanti da un punto fisso detto fuoco e da una retta fissa detta direttrice. OsservazioniIn conclusione, dall'analisi delle dimostrazioni del teorema di Dandelin sull'iperbole e sulla parabola, si può osservare che:
Una dimostrazione unificata del teorema di DandelinUna definizione compatta di sezione conica (non degenere) riguarda i punti di un piano che sono in una particolare relazione con uno specifico punto detto fuoco ed una specifica retta non passante per il fuoco chiamata direttrice: si dice sezione conica definita dalla coppia (fuoco, direttrice) il luogo dei punti per i quali è costante il rapporto fra distanza dal fuoco e distanza dalla direttrice. L'equivalenza fra questa definizione e quella di intersezione di un cono circolare retto con un piano non passante per il suo vertice è data da una formulazione valida per qualunque conica del teorema di Dandelin. Dimostrazione Consideriamo un cono circolare retto indefinito K di vertice V e un piano di intersezione Π non passante per V; chiamiamo:
Consideriamo S una delle due sfere di Dandelin tangenti al cono e a Π o l'unica sfera di Dandelin nel caso che sia . Chiamiamo F il punto in cui la sfera è tangente al piano di intersezione, C la circonferenza e d la retta intersezione di Π e il piano contenente C. Facciamo riferimento alla figura seguente che, nella fattispecie, riguarda il caso di un'ellisse. Per una maggior chiarezza, abbiamo evitato di visualizzare la seconda sfera di Dandelin e del cono abbiamo tracciate solo alcune generatrici. Ci proponiamo di mostrare che F rappresenta un (il) fuoco della conica Γ e che la retta d è la sua direttrice. Più specificamente dimostriamo che vale la seguente proprietà: .
dove P è un qualsiasi punto della conica, PD denota la perpendicolare alla retta d passante per il punto P e la sua lunghezza, cioè la distanza del punto P dalla retta d, ed e è una costante (che rappresenta l'eccentricità), così che, per definizione, l'insieme dei punti P costituisce una sezione conica. La dimostrazione che vediamo ora vale per tutti e tre i tipi di coniche. Siano:
PA e PF rappresentano perciò due segmenti tangenti alla sfera, condotti dallo stesso punto P, e quindi hanno la stessa lunghezza: .
Nel triangolo rettangolo PQA abbiamo: mentre nel triangolo rettangolo PQD, .
Combinando le precedenti tre equazioni e semplificando, otteniamo: e perciò .
Questa coincide proprio con la definizione di conica come luogo di punti di un piano per cui il rapporto tra la distanza di un suo generico punto dal fuoco e dalla direttrice è costante e coincide con la sua eccentricità. Voci correlateCollegamenti esterni |