Vive a profondità molto basse[3] su fondali rocciosi ricchi di vegetazione e nelle praterie di posidonia[4].
Descrizione
Ha aspetto simile agli altri Symphodus, la sua sagoma è alta e il muso piuttosto corto. La colorazione di fondo è beige chiaro o marrone, gli esemplari di prateria spesso hanno colore verde vivo. La livrea è il carattere più importante per la determinazione di questa specie anche se, come in quasi tutti i Symphodus, questa è molto variabile tra individuo e individuo, tra maschio e femmina e tra esemplari in riproduzione e non. Probabilmente è il labride con la livrea più variabile del Mediterraneo. I caratteri sempre (o quasi) presenti sono una linea scura tra l'occhio e il muso e alcune linee simili oblique sulla gola, cinque macchie scure sul dorso che sconfinano nella pinna dorsale a cui spesso seguono altre macchie simili in verticale a formare 5 fasce verticali indistinte (carattere altamente variabile) e una macchietta scura nella parte centrale del peduncolo caudale, che può talvolta mancare. Ci sono tre livree principali:
la livrea a bande scure, comune negli individui che vivono tra le posidonie, presenta tre fasce scure continue orizzontali la più alta delle quali decorre immediatamente sotto alla pinna dorsale
la livrea maschile, in cui le linee sulla gola prendono un colore azzurro vivace o verde, l'occhio è bordato di rosso e due macchie nere evidenti sono presenti nella parte posteriore della pinna dorsale. In questa livrea spesso il colore di fondo è rosso mattone e spesso è piuttosto variegata più che avere fasce ben definite
la livrea femminile riproduttiva in cui il colore di fondo è marrone chiaro o verdastro cosparso di macchiette scure in maggior numero nella regione ventrale[3][4][5].
Può vivere fino a 8 anni[2]. È molto territoriale[3].
Riproduzione
In primavera[5] il maschio costruisce con alghe e sabbia un nido emisferico piuttosto grande. Dopo la deposizione il maschio sorveglia il nido e lo ossigena con movimenti della pinna caudale[3].
Si cattura soprattutto con tramagli e nasse nonché con le lenze. Le carni non sono particolarmente apprezzate e servono solo per preparare la zuppa di pesce[3].
Conservazione
La specie non è minacciata, ha popolazioni abbondanti e ben distribuite[1].
^abcde Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, ISBN88-425-1003-3.
^ab Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN88-8039-472-X.
Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN88-8039-472-X.
(EN) Quignard, J.P., A. Pras, Fishes of the north-eastern Atlantic and the Mediterranean, vol. 2, Parigi, UNESCO, 1986, pp. 919-942.