Da ragazza studiò cosmetica tra il 1958 e il 1959, quindi lasciò la Germania Est insieme alla famiglia per trasferirsi a Londra nel 1961 dove seguì i corsi di inglese per stranieri alla London School e quelli di recitazione in varie scuole di teatro. Si spostò poi in Italia, dove dal 1962 al 1965 frequentò una scuola per interpreti, per conseguire quindi la laurea nel corso per interpreti e traduttori a Perugia nel 1967. Successivamente, si iscrisse alla scuola di recitazione di Alessandro Fersen di Roma "Studio di arti sceniche" ispirata al metodo di Stanislavskij.[3]
Iniziò la sua carriera come comparsa, alternando l'attività artistica a quella di fotomodella.[4] Interprete anche di fotoromanzi, Solvi Stübing è ricordata per la sua avvenenza (occhi chiari e capelli biondi e un fisico da pin-up) ma soprattutto per essere stata testimonial negli anni sessanta (dal 1967 al 1972) di una celebre pubblicità televisiva ideata da Armando Testa[5] (prima in bianco e nero, poi a colori) di una marca di birra, la Peroni (con il celebre slogan "Chiamami Peroni, sarò la tua birra!" ) che la rese celebre.[6]
Dopo due film girati negli anni ottanta (Liebeskonzil, 1982, e Delitti, 1987), tornò su un set nel 2006 con la pellicola Il punto rosso, diretta da Marco Carlucci.
Dagli anni ottanta condusse una serie di rubriche sulla novità cinematografiche, trasmesse sulle syndication e nelle TV locali (Cinerama, Magic cinema, Cinemondo, Cinenews, Cinema mio, Cine Rubrica, Ciak si gira, Grande Sipario): rubriche prodotte dalla Isvema,[11] società di cui lei possedeva una piccola quota di proprietà. Per la sua attività di distribuzione di servizi televisivi fu insignita del titolo di Cavaliere del lavoro.[4] Collaborò inoltre con alcune riviste, sempre in qualità di esperta sulla settima arte.
Morì il 3 luglio 2017 all'età di 76 anni nella sua abitazione a Roma, dopo una lunga malattia. I funerali dell'attrice, che era cattolica, vennero celebrati la mattina seguente nella chiesa di Santa Chiara a Vigna Clara.[14]
^Prefettura di Arezzo - Europee 2004 (TXT), su prefettura.arezzo.it. URL consultato il 13 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2005).