Soddisfazione del clienteLa soddisfazione del cliente (in lingua inglese customer satisfaction) indica l'insieme di tecniche e strategie volte alla massimizzazione della soddisfazione della clientela o buyer persona. StoriaA partire dagli anni novanta del XX secolo la rilevanza strategica della soddisfazione del cliente come obiettivo aziendale è andata sempre aumentando a livello globale, sostenuta da alcune tendenze evolutive del mercato. Tra le cause dell'orientamento alla soddisfazione del cliente, Busacca (1994) adduce quattro tendenze strutturali del rapporto domanda e offerta:
In estrema sintesi emerge chiaramente da questi punti come, da un punto di vista psicologico, il consumo non sia più limitato, nelle aspettative del consumatore, al solo beneficio materiale. I processi di consumo risultano allora intrisi di meccanismi di definizione di sé. Attraverso l'acquisto di un prodotto si definisce anche un'identità.[1] Nel momento in cui la componente del servizio diviene fondamentale, avvolge e sostiene il prodotto in tutti i processi di consumo, la misura della soddisfazione del cliente diviene un caposaldo necessario per ottenere il vantaggio competitivo. Metodologie di analisiNel proposito di trasformare in misura quantitativa il concetto di soddisfazione del cliente, esso risulta inscindibile dal concetto di qualità del prodotto/servizio. Tale qualità è ulteriormente definibile in termini di qualità percepita. Uno dei contributi a tutt'oggi ancora utilizzati nella misura della soddisfazione del cliente, incentrato sull'indagine della qualità percepita del prodotto, è il modello Servqual di Parasuraman, Zeithaml e Berry (1994). Gli autori costruiscono la misura della qualità percepita, e quindi della soddisfazione del cliente, attraverso un confronto tra:
Questo confronto è operato attraverso una metodologia detta paradigma della discrepanza. Essa si basa su un criterio sottrattivo tra livello delle percezioni di un prodotto/servizio con il livello di aspettative in relazione a quella tipologia di prodotto/servizio. La soddisfazione è intesa come stato psicologico derivante da un gap tra la valutazione dell'avvenuta esperienza di consumo e le attese del consumatore in merito a tale esperienza. Il modello Servqual ha identificato una serie di aree di indagine che caratterizzano la qualità del prodotto/servizio. Gli autori, attraverso l'applicazione di tecniche di tipo fattoriale[2] identificano 5 aree caratterizzanti la soddisfazione del cliente:
Progettazione della misuraNella realizzazione della soddisfazione del cliente attraverso il modello Servqual, è utile tenere conto di tutte le indicazioni metodologiche per la stesura dei questionari.[3] Il punto focale della misura, ossia il confronto tra percezioni e aspettative, si compone di queste fasi:
Se il risultato di questo confronto ha valore negativo, l'oggetto/servizio non ha soddisfatto i clienti che ne hanno usufruito. Diversamente, se il valore della percezione è maggiore rispetto alle attese, questo rapporto rappresenta un indicatore del grado di soddisfazione dei consumatori. Nella progettazione di scale di valutazione della soddisfazione del cliente basate sul modello servqual, molta attenzione deve essere posta sulla fase di creazione degli item che compongono le scale riguardanti le aspettative e le percezioni. Il criterio di fondo deve essere una perfetta corrispondenza tra aspettative nei confronti della tipologia di prodotto/servizio e le percezioni nei confronti dello specifico prodotto/servizio che deve essere indicatore di una totale conformità nei confronti della tipologia in generale. La stesura degli item potrà tenere conto di questa caratteristica del paradigma della discrepanza attraverso alcune indicazioni:
La "people satisfaction"Fra i molti lemmi tipici dei nostri tempi e peculiari del lessico politico, economico, sociologico, vi è quello della people satisfaction, nelle molte e complesse sue interpretazioni, spesso abusate. Per people satisfaction si intende un programma di conoscenza e utilità oltre la customer, dove la differenza non è puramente nominale, bensì generatrice di una diversa prospettiva d'azione e che coinvolge massivamente diversi attori, dal cittadino, al management, ai politici, in un'ottica co-relazionale. La people satisfaction è stata ideata a Mantova nella seconda metà degli anni 90 da un manager pubblico (e valutatore): tale termine si è subito diffuso in Italia e all'estero (dove si registrava solamente il generico americanismo people's satisfaction). People satisfaction è un nuovo concetto dove le diverse ottiche sono integrate tra di loro, sono ricomposte, fatte convergere in modo sufficientemente organico e non lasciate al loro singolo destino. People satisfaction diventa un metodo di valutazione della qualità che, partendo da soggetti, strutture, prospettive diverse, tenta di renderle compatibili e coordinate in vista di un determinato fine. La valutazione è finalizzata sia ad un uso diretto e immediato (cosa fare qui ed ora), sia ad uno cognitivo (connesso al modello di learning organization). Nella pubblica amministrazione, dove la people satisfaction è stata introdotta per la prima volta in Italia – e di cui hanno ampiamente parlato i maggiori quotidiani economici – i risultati sono stati maturati a livello gestionale interno ma hanno avuto anche un forte impatto sociale (per intraprendere azioni coerenti con esigenze e aspettative). In particolare, secondo Giovanni Urbani, nella pubblica amministrazione è servita per trarre utili indicazioni riguardo: front office, back office, valutazione per un piano della formazione interna, valutazione della struttura che eroga un determinato servizio, valutazione dei servizi erogati, valutazione del management, valutazione dei cambiamenti possibili. Recentemente tale termine, in modo erroneo, ha assunto anche il significato di "indagine per l'ascolto del clima" di una organizzazione (che è solo uno dei vari aspetti della people satisfaction originariamente ideata). Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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