Si caratterizza per la vita molto lunga e per il duro endocarpo che caratterizza i semi.
Nel 1973 l'ornitologoStanley Temple contò soli 13 esemplari, di età stimata intorno ai 300 anni, e ipotizzò che la specie fosse strettamente legata alla sorte dei dodo, estinti circa 300 anni prima: l'ingestione del frutto di tambalacoque da parte degli animali, e la conseguente digestione, sarebbe stata necessaria per far germinare i semi[2].
Studi successivi hanno messo in discussione questa teoria. Tra le cause del declino della popolazione di questa specie vi sarebbero in realtà la massiva deforestazione per la coltivazione della canna da zucchero e la introduzione di specie alloctone che si nutrono delle giovani piante.[3][4]
Secondo un'altra teoria, sarebbe stato il pappagallo a becco grosso, e non il dodo, ad essere l'addetto alla propagazione dei semi di tambalacoque[senza fonte].
Note
^(EN) Sideroxylon grandiflorum A.DC., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 6 ottobre 2023.
Hill, A. W. (1941): The genus Calvaria, with an account of the stony endocarp and germination of the seed, and description of the new species. Annals of Botany5(4): 587-606. PDF fulltext (requires user account)
King, H. C. (1946): Interim Report on Indigenous Species in Mauritius. Port Louis, Mauritius: Government Printer.
Owadally, A. W. & Temple, Stanley A. (1979): The dodo and the tambalacoque tree. Science203(4387): 1363-1364.
Quammen, David (1996): The Song of the Dodo: Island Biogeography in an Age of Extinction. Touchstone, New York. ISBN 0-684-82712-3