Sherpa (politica)Uno sherpa è un diplomatico rappresentante personale di un capo di Stato o di un capo del Governo che prepara un vertice internazionale, come quelli del G7 e del G20, e negozia la dichiarazione finale dei leader. Alle riunioni partecipano anche gli sherpa dei paesi invitati dalla presidenza di turno e delle Organizzazioni internazionali. Gli sherpa hanno competenza diretta sui temi non economici, come ad esempio: il commercio, lo sviluppo, l'energia e la lotta al cambiamento climatico, il contrasto alla corruzione e la disoccupazione. I Ministri delle finanze e i Governatori delle Banche centrali si occupano dei temi economici e finanziari che vengono precedentemente analizzati dagli sherpa.[1][2] Gli sherpa, a loro volta, sono assistiti dai sous-sherpa (o assistenti degli sherpa),[3][1][2] nel 2005 riconosciuti dall'Unione Europea come «sottogruppo sherpa».[4] Origine del termineIl termine sherpa è un'allusione agli sherpa nepalesi, per la loro attività di trasportatori nelle spedizioni alpinistiche in Himalaya, come metafora della partecipazione ai "vertici internazionali". La nuova accezione di questa parola è spesso attribuita al settimanale The Economist, nel 1979.[5] Nel 1991 Robert Armstrong confermò l'ipotesi segnalando che il termine era già in uso quando divenne Segretario di gabinetto di Margaret Thatcher nell'ottobre del 1979.[6] Sherpa italianiPresso la Presidenza del Consiglio dei ministri è attivo l'Ufficio Sherpa G7/G20, facente parte dell'Ufficio del consigliere diplomatico.[7] Gli sherpa nominati dal Presidente del consiglio pro tempore (dal 2008):
* Giuseppe Scognamiglio, capo "Delegazione per la presidenza italiana del G20" a Roma 2021.[8] Note
Voci correlateCollegamenti esterni
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