L'esatto numero è dato dal fatto che i grandi corpi celesti in movimento visibili a occhio nudo e conosciuti sin dall'antichità fossero appunto sette (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno), i quali percorrevano ognuno una porzione del cielo, su cui estendevano la loro influenza, e che risultava così suddiviso in tanti strati quanti erano i pianeti (distinti dalle stelle fisse): tali strati detti appunto «cieli» erano perciò affini al concetto odierno di orbita.[2]
Il concetto dei sette cieli originariamente si sviluppò nella religione mesopotamica, dove An era il dio del cielo e Ki era quella della Terra.[3] Lì si venne a delineare il sistema delle volte celesti, viste come cupole che racchiudevano la Terra e formate di pietre preziose di vario tipo.[4]
Vi sono dei dibattiti ancora oggi riguardo a come sia intesa la vita ultraterrena nella religione ebraica (vi sono diverse escatologie secondarie possibili e si crede anche alla reincarnazione).[5][6][7] Anche la nozione di "cielo" pertanto ne risente, potendo avere sfumature di significato differenti.
Nel Talmud[8] viene indicata l'esistenza di sette cieli (o šāmayīm) e collettivamente prendono il nome di "firmamento"[9]; questa è una loro classica rappresentazione:
Il Nuovo Testamento non contiene ulteriori riferimenti ai sette cieli, ma un riferimento a un Terzo Cielo, dove sarebbe stato rapito egli stesso, è presente in Paolo (vedi 2 Corinzi 12,2-4[13]).
Durante il medioevo la tradizionale suddivisione della volta celeste in sette cieli concentrici fu ulteriormente espansa (anche prendendo spunto da alcuni testi apocrifi, come appunto il secondo libro di Enoch), arrivando a una suddivisione in dieci cieli, di cui la massima espressione artistica si trova nella Divina Commedia di Dante Alighieri.
Il Corano e l'Ḥadīth menzionano frequentemente la presenza di sette cieli (chiamati samāwāt, termine simile all'analogo dell'ebraismo):
alcune menzioni si trovano in Corano2:29, 41:12, 65:12 e 71:15.
I sette cieli tradizionalmente sono i seguenti (secondo il sistema di Al-Suyuti)[14][15]:
Composto di luce divina o smeraldi - sede di Abramo
Maometto stesso riferì di aver fatto un viaggio attraverso i sette cieli (Miraj) a cavallo di Buraq in cui, appunto, incontra tutti i profeti più importanti che lo hanno preceduto.[16]
Secondo l'Islam moderno, tutti i corpi celesti (inclusa la Via Lattea e le galassie) sono inclusi nel primo cielo e gli altri sei devono ancora essere scoperti dagli scienziati.[17]
Induismo
In base ad alcuni Purāṇa, il Brahmanda («uovo cosmico», cioè la totalità dell'universo) sarebbe suddiviso in 14 mondi, di cui 7 superiori.[18]