Lo scià (in persianoشاه, shāh, "re", AFI: [ʃɒːh]) è il titolo dato al sovrano di Persia,[1] figura di comando che gode di assoluti poteri in campo politico, ma che può vantare anche una notevole caratura spirituale, ergendosi anche al di sopra della classe sacerdotale.
Il termine pascià (in turcopaşa), pur derivante dalla stessa parola, è più tipico della realtà istituzionale e culturale turco-ottomana. Secondo lo Shāh-Nāmeh di Firdusi, il primo scià del mondo fu Keyumars.
L'ambizione di assoluto dominio politico è sottolineata dall'espressione, impiegata nei millenni attraverso le età achemenide, partica, sasanide, timuride, safavide, cagiara e pahlavide, di shāhan shāh (in persianoشاهنشاه),[2] ossia "re dei re", secondo una concezione regale che trova un puntuale parallelo nella titolatura del negus neghestietiopico. Da questo termine deriva l'espressione "scacco matto" (cioè "il re è sconfitto", non "morto", come spesso si crede, shāh māt[a]) e il nome stesso del gioco degli scacchi. Una sua variante è Pādishāh (in persianoپادشاه, pād[e]shāh).
Varianti
Nei testi achemenidi il titolo usato dai sovrani era xšayāθiya xšayāθiyānām ("re dei re"), dalla parola "re" (xšayāθiya) derivata dalla radice xšay- ("potere"), che si trova alla base anche di xšaça ("regno").
È infine nelle iscrizioni sasanidi in medio-persiano che troviamo šāhan šāh nella formula caratteristica šāhan šāh Ērān (ud Anērān) ovvero "re dei re d'Iran (e del non-Iran)".
Note
^Scià, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 22 aprile 2024.
^D. N. MacKenzie, A Concise Pahlavi Dictionary, Routledge Curzon, 2005. ISBN 0-19-713559-5
Bibliografia
C. Bartholomae, Altiranisches Wörterbuch, Straßburg, K. J. Trübner, 1904
M. Mo'in, An Intermediate Persian Dictionary, 6 voll., Tehran, Amir Kabir Publications, 1992.