Lo stereotipo incarna una percezione che associa alla casalinga sveva alcune attributi tradizionali, come la modestia della condizione sociale (lo stereotipo la vuole di umili origini e non dotata di alti livelli di istruzione) e l'adozione di costumi di vita parchi e parsimoniosi, che vedono questa figura, tuttavia, come portatrice di antiche doti di saggezza tradizionale, senso pratico e solido buonsenso, caratteristiche che fanno di lei una sorta di modello, capace di esprimere giudizi assennati e illuminanti su questioni di politica, economia, finanza, anche quando queste, talvolta, si presentano in forme così complesse da trarre in inganno perfino esperti, commentatori, ed economisti (nel dibattito politico, è stata chiamata in causa nella temperie della crisi dei mutui subprime, della crisi del debito, della Grande recessione, così come in alcuni frangenti che hanno visto sul tappeto discusse operazioni politico-finanziarie)[2].
Uso nel dibattito politico
In particolare, la figura della casalinga sveva è spesso sventolata, in modo improprio e mitizzante[3], per rievocare un ethos improntato alla morigeratezza dei costumi, al basso profilo della condotta esteriore, alla moderazione nei consumi, all'attenzione nella spesa e alla cautela negli acquisti: spesso la figura viene utilizzata come strumento per stigmatizzare condotte di segno opposto. Questo può avvenire per fini interni alla Germania o, anche, per esprimere giudizi su un orizzonte di politica internazionale: è stata utilizzata, ad esempio, per contrapporne virtù etiche e stile di vita parsimonioso (svevo e, per estensione, dell'intera Germania), alle condotte di tutt'altro segno esibite da paesi stranieri, come quelli dell'Europa meridionale (i cosiddetti PIGS: Italia, Grecia, Portogallo, Spagna), incuranti delle ristrettezze e avvezzi a stili di vita esuberanti e sopra le righe, per i quali necessitano risorse finanziarie che vanno al di là delle proprie possibilità economiche.
La figura della casalinga sveva è stata tirata in ballo dalla cancelliera tedescaAngela Merkel[4], in più occasioni, talvolta come antidoto contro la grande recessione europea degli anni 2000 e 2010, talaltra come immaginaria interlocutrice dal giudizio infallibile su i comportamenti da tenere di fronte a questioni economiche e finanziarie (in frasi del tipo "chiedere alla casalinga sveva", come quella pronunciata da Angela Merkel nel 2008, nell'analisi della incipiente crisi economica europea: "Bastava chiederlo alla casalinga sveva e lei ci avrebbe dispensato un po' della sua conoscenza su come vanno le cose del mondo. Non si può vivere sempre al di sopra dei propri mezzi"[5]). In altri casi, è stata evocata come severo giudice di ardite operazioni economiche e su vicende finanziarie giudicate sbagliate o inopportune[6].
L'uso politico dello stereotipo della casalinga sveva quale modello comportamentale riceve critiche da parte di molti economisti e commentatori: in particolare, si fa notare come i costumi morigerati sottesi alla figura della casalinga sveva, se estesi da una dimensione microeconomica a una più larga scala macroeconomica, sono in grado di produrre quel fenomeno economico noto come paradosso della parsimonia (ted.: Sparparadoxon)[7][8], risalente alla teorizzazione di John Maynard Keynes: secondo tale paradosso, che esprimerebbe, quindi, una fallacia compositionis (fallacia di composizione): l'adozione generalizzata di comportamenti di risparmio, che sono virtuosi a livello di scelta individuale o di singola azienda, può produrre, a livello aggregato, l'effetto inverso di un risparmio totale che rimane invariato, con ripercussioni negative sul ciclo economico in tempi di crisi.