Saxifraga callosa
Saxifraga callosa (Sm., 1791) è una pianta appartenente alla famiglia delle Saxifragaceae, originaria degli ambienti alpini marittimi dell'Europa Occidentale (Italia, Francia)[1]. Cresce spontaneamente lungo dirupi e rocce calcaree e pertanto è anche nota come Sassifraga calcarea (in inglese limestone saxifrage). È piuttosto diffusa sulle Alpi Apuane[2], dove rappresenta la variante di Sassifraga più comune, specialmente nei mesi estivi tra 400 e 2500 metri di quota,[3] ricoprendo i pendii rocciosi. EtimologiaIl suo nome latino è composto da due termini. Saxifraga deriva dalla composizione di sassum (forma volgare del latino lapis, ovvero 'pietra', 'sasso') e frango, dal verbo frangere ('rompere'). Letteralmente, dunque, è una pianta che "spacca i sassi" dal momento che cresce lungo pareti rocciose e calcaree e riesce ad incunearsi tra le rocce. L'epiteto specifico callosa si riferisce invece al fusto spesso e alla superficie ruvida delle foglie. DescrizioneI fusti possono raggiungere i 50–100 cm di lunghezza, con foglie basali punteggiate da secrezioni di carbonato di calcio (calcare). Le infiorescenze hanno una corolla formata da 5 petali bianchi spatolati, con qualche tenute tinta purpurea. Le foglie sono larghe da 2–3 mm fino 7 mm, lunghe 5–9 cm.[3] Raggiunge il suo massimo sviluppo dopo 2-5 anni.[4] Può sopravvivere fino a temperature di -15 °C.[4] Usi come pianta officinaleIn passato si dice che le sue foglie fresche potessero curare rash cutanei e infezioni oculari, mentre con le stesse foglie essiccate si realizzavano tisane e infusi astringenti. Note
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