Sa'id bin Ahmad
Sa'id bin Ahmad (in arabo سعيد بن أحمد بن سعيد?; XVIII secolo – Rustaq, 1811) è stato sultano di Mascate dal 1783 al 1786.[1] RegnoSa'id bin Ahmed era il secondo figlio dell'imam e sultano Ahmed bin Sa'id e di sua moglie Sayyida Ghani bint Khalfan Al-Busaidiyah. Venne educato privatamente. Assunse il controllo sugli affari amministrativi da suo padre nel gennaio del 1775. Fu eletto imam e sultano alla morte del genitore nel 1783. La successione fu incontrastata e Sa'id poté prendere possesso della capitale, Rustaq. I suoi fratelli Saif e Sultan invitarono lo sceicco Sakar del gruppo tribale Shemal ad aiutarlo a ottenere il trono. Lo sceicco Sakar prese le città di Al Hamra, Shargah, Rams e Khor Fakan. Disse che reagì, ma non fu in grado di riconquistare queste città. Tuttavia, Saif e Sultan ritennero che fosse troppo pericoloso per loro rimanere in Oman. Saif salpò per l'Africa orientale con l'intenzione di stabilirsi lì come sovrano.[2] Morì poco dopo. Sultan fuggì invece a Gwadar, sulla costa di Makran, in Belucistan.[3] DeposizioneL'imam Sa'id era sempre più impopolare. Verso la fine del 1785 un gruppo di notabili elesse imam suo fratello, Qais. Questa rivolta presto si dissolse.[4] Successivamente uno dei figli di Sa'id fu tenuto prigioniero al forte Al Jalali per un certo periodo dal governatore di Mascate. Un altro figlio, Hamad, venne a negoziare con il governatore. Questi e i suoi seguaci nel 1786 riuscirono a ottenere il controllo dei forti al-Jalali e al-Mirani e quindi di Mascate.[5] A una a una le altre fortezze dell'Oman si sottomisero ad Hamad, fino a quando Sa'id non ebbe più alcun potere temporale.[6] Sa'id rinunciò al controllo personale sugli affari amministrativi quotidiani in favore del suo terzo figlio, Hamad, il governatore di Mascate, che nel 1789 assunse la reggenza e il titolo di sceicco. Nel 1792, alla morte del figlio, riprese nuovamente il controllo diretto ma presto si ritirò a una vita di indolenza e permise ai suoi figli superstiti e ad altri funzionari la quasi totale libertà di governare come ritenevano opportuno. Rimase nella capitale tradizionale, Rustaq, e continuò a detenere il titolo di imam fino alla sua morte. Questo era un titolo religioso puramente simbolico che non portava alcun potere.[7] Fu l'ultimo discendente in linea maschile degli Al Bu Said a ricoprire l'incarico. Morì al forte Al-Batinah di Rustaq nel 1811. Note
Bibliografia
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