Ruggero Alfredo Micheli
Ruggero Alfredo Micheli (Volterra, 14 novembre 1847 – Roma, 20 febbraio 1919) è stato un generale e ingegnere italiano, appartenente al corpo del genio navale della Regia Marina, progettista delle navi da battaglia della classe Regina Margherita realizzate in due esemplari tra il 1898 e il 1905. BiografiaNacque a Volterra il 14 novembre 1847, figlio del tenente generale del genio navale Giuseppe.[1] Nel 1865 divenne allievo del Corpo del genio navale, e dopo aver frequentato la Scuola di applicazione di Castellammare di Stabia, nel 1869 fu nominato sottoingegnere di 3ª classe.[1] Divenuto sottoingegnere di 2ª classe nel 1871, fu insegnante di costruzione navale agli allievi del corso complementare di Castellammare di Stabia.[1] Promosso sottoingegnere di 1ª classe nel 1877, due anni dopo fu inviato presso i cantieri navali Forges e Chantiers di Grensot al fine di sorvegliare la costruzione e la consegna di materiale ordinato dalla Regia Marina.[1] Nominato ingegnere capo di 2ª classe nel 1880, rimase in Francia sino al 1882.[1] Nominato ingegnere capo di 1ª classe, tra il 1884 e il 1891 ricoprì l'incarico di direttore delle costruzioni navali del cantiere navale di Castellammare di Stabia.[1] Assunto poi l'incarico di direttore dell'ufficio tecnico della marina a Genova mantenne tale incarico, anche dopo essere stato promosso direttore del Corpo del genio navale, fino al 1893.[1] Nel 1894 divenne membro del Comitato dei disegni delle navi, e poi direttore delle costruzioni navali presso l'arsenale della Spezia, venendo successivamente trasferito a Roma.[1] Nel 1896 fu promosso Ispettore del Corpo del genio navale, operando attivamente come progettista di nuove unità sino al 1903 quando fu posto in posizione ausiliaria a domanda.[2] In quel periodo fu progettista della navi da battaglia della classe Regina Margherita realizzate in due esemplari tra il 1898 e il 1905.[2] Promosso maggior generale nella riserva nel 1904, divenne tenente generale nel 1906.[2] Tra il 1901 e il 1904 fu deputato al Parlamento del Regno d'Italia.[2] Si spense a Roma il 20 febbraio 1919.[2] OnorificenzeNoteBibliografia
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