In gioventù ha servito nel Reggimento Izmajlovskij; nel 1730 ha sostenuto la gran principessa Elisabetta Petrovna nella sua scesa al Trono russo e prese parte al colpo di Stato del 25 novembre 1741.
Con l'ascesa al potere di Pietro III, la sua posizione a corte fu rafforzata in quanto sua figlia Elisaveta era una favorita del nuovo imperatore, e venne promosso a generale in capo.
Con l'ascesa di Caterina II, iniziò la disgrazia di Roman. Venne arrestato e deportato a Mosca, privato di un certo numero di proprietà in Ucraina.
Massone, il suo nome figura nel registro dei massoni del 1756 come Maestro venerabile, in questa qualità diresse la Loggia di Vladimir; fu membro della Loggia "Uguaglianza"; nel 1773-74 fu Gran Maestro aggiunto della "Gran Loggia Inglese", come Gran Maestro firmò la Patente di fondazione della loggia del "Silenzio" di San Pietroburgo, che ebbe tra i suoi fondatori Pëtr Ivanovič Melissino. Fu discepolo e amico di Louis Claude de Saint-Martin[1].
Matrimonio
Nel 1736 sposò Martha Ivanovna Surmina (1718-1745), figlia di un ricco mercante. Ebbero cinque figli: