Roma moderna
Roma moderna è un saggio di Italo Insolera che riguarda l'urbanistica a Roma tra il 1870 e il 2023. DescrizioneIl testo, ormai un classico sull'argomento, situa la nascita della Roma "moderna" nel 1811, quando Napoleone I Bonaparte introdusse le prime leggi moderne nella storia di Roma, coprendo nella sua analisi gli sviluppi urbani degli ultimi decenni di governo papale e la successiva designazione a capitale del nuovo Regno dell'Italia unificata nel 1870. Il libro racconta, tra le molte cose, la contraddittoria politica edilizia degli ultimi tre decenni del XIX secolo, l'amministrazione illuminista e riformatrice del sindaco Ernesto Nathan, le difficoltà dopo la Prima Guerra Mondiale, la folle e assurda politica edilizia del periodo fascista, la ripresa e l'ottimismo del secondo Dopoguerra, e l'allarmante allargamento della città degli ultimi decenni del XX secolo. Ricostruendo l'affascinante, complessa e difficile storia della Città Eterna, vi è spiegato il caotico procedere di piani regolatori nel corso dei decenni, non rispondenti alle esigenze della popolazione romana. Alla prima edizione, che risale al 1962, sono seguite ininterrotte ristampe, con successive riedizioni - rivedute e ampliate nel 1971, 1993, 2001. Per l'edizione aumentata del 2011, l'ultima con Insolera vivente, l'autore si avvalse della collaborazione di Paolo Berdini, il quale ha presentato una nuova edizione ulteriormente ampliata nel 2024. L'edizione inglese, tradotta sull'edizione del 2011, è stata premiata con il Gerd Albers Award Best Book 2019 di ISOCARP[1]. ContenutiNell'ultima edizione il libro inizia parlando dei progetti napoleonici di due grandi parchi sul modello di Parigi, e di numerosi scavi archeologici in buona parte non realizzati. La narrazione poi si snoda attorno alle vicende urbanistiche della capitale dagli anni del restaurato governo pontificio (dalla stazione Termini alla direttrice d'espansione nordest, molti sono stati, secondo Insolera, gli interventi importanti in quel periodo) e dagli entusiasmi che accompagnarono l'avvento della capitale (1870), per poi analizzare le realizzazioni dell'epoca umbertina, i difficili anni che seguirono la prima guerra mondiale, la politica urbanistica del periodo fascista e infine il risveglio culturale, le speranze e i propositi dell'immediato dopoguerra. Gli ultimi capitoli sono dedicati allo stato attuale della città (per quasi il 30% formata da edilizia abusiva, ovvero sorta al di fuori del PRG). Secondo Insolera il vero spartiacque del declino formale e anche etico della città sarebbe la Seconda guerra mondiale, o meglio la fine degli anni '50. Il boom economico-demografico è stato l'humus su cui si è innestato il sistema della speculazione edilizia, che poi è arrivato ad autoalimentarsi. La crescita di Roma è stata prima a macchia d'olio e poi si è sfilacciata su un'area enorme, coi nuovi insediamenti che sono sorti senza adeguati collegamenti e con servizi al di sotto degli standard minimi. Senza contare il suolo sottratto alle splendide aree dell'Agro romano a cui non ha peraltro fatto da contraltare un incremento del verde urbano. L'indagine serrata del libro ricompone la storia difficile e appassionante di una città che continua la sua evoluzione per episodi sconnessi, rincorrendo, senza mai raggiungerla, una propria fisionomia urbanistica. Come Insolera spiega nella premessa, la situazione odierna sarebbe tale che andrebbe aggiunto un semplice punto interrogativo dopo il binomio Roma moderna, ormai divenuto quasi un ossimoro.[2] Cronologia essenziale
Speranze per il futuroSecondo il parere dell'autore, sarebbero due i grandi temi da cui la città potrebbe trarre una sua rinascita: l'arte (con la storia e la cultura); si tratta di temi declinabili in concreto, a partire dalla salvaguardia e dall'oculata valorizzazione del fantastico cuneo verde dell'Appia Antica, che dai Castelli Romani si insinua fino al Campidoglio e a Piazza Venezia; il Colosseo, il Palatino e tutta l'area dei Fori (che andrebbe liberata da via dei Fori Imperiali) dovrebbero costituirne l'irrinunciabile propaggine urbana. La seconda declinazione fa leva sulla multietnicità (si nota anche come il 13% degli abitanti di Roma sia composto da immigrati): nonostante episodi di intolleranza e obiettive difficoltà iniziali di inserimento, secondo Insolera i nuovi arrivati starebbero apportando fresca linfa demografica, economica e culturale a una città che, altrimenti, all'autore appare destinata a rimanere ripiegata su sé stessa. Edizioni
Note
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