Roberto TirelliRoberto Tirelli (Bologna, 15 maggio 1938) è uno scultore italiano. Biografia«...Roberto Tirelli [...] ha intuito l'insidia della ricerca frenetica e si è salvaguardato ponendosi al riparo dei tempi lunghi. [..] Così facendo sembra vivere ai margini della zuffa, in realtà si trova soltanto nell'occhio del ciclone, là dove la temperie si smorza in una calma apparente.» Roberto Tirelli è nato a Bologna il 15 maggio 1938. Suo padre, Cesare, fu un noto cronista de Il Resto del Carlino[2]. Si diplomò Maestro d'Arte nel 1959 presso l'Istituto d'Arte di Bologna. In seguito proseguì gli studi all'Accademia di belle arti di Bologna terminandoli nel 1963. Durante questi anni fu allievo dello scultore Umberto Mastroianni. Alcune mostre e premi da ricordareNel 1959, ancora studente, vinse il premio Lerici della scultura ceramicata (Lerici, La Spezia). In seguito il Comune di Bologna, per due anni (1961 e 1965), gli assegnò il primo premio per la scultura presso la Mostra d'Arte Contemporanea in Emilia Romagna. Nel 1967 l'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Bologna gli assegnò il suo premio. «...L'itinerario che Roberto Tirelli ha percorso con il suo lavoro fino ad oggi denota un progresso costante, una evoluzione ed una macerazione che non si limita al solo fatto formale. Abbiamo insomma quella che chiamerei una costante lievitazione (mi riferisco in particolare a quel gruppo di opere così ben illustrato e indagato da Elda Fezzi un anno fa) attraverso la quale Tirelli è giunto per gradi alla costruzione sempre più rigida e schematicamente salda delle sue sculture.»
Nel 1967 alla Galleria Alpha di Modena Tirelli e Antonio Saliola esposero in una personale.[5] Nel 1968 il Comune di Bologna presso la galleria di Palazzo Galvani inaugurò una mostra di strutture di Tirelli presentata da Marcello Azzolini.[6] A seguito del successo di questa mostra, la stessa personale fu portata anche nelle sale del Castello dei Principi di Correggio. Nello stesso anno, infine, fu assegnato a Tirelli il primo premio per la scultura alla mostra nazionale Francesca da Rimini presso Rimini. Nel 1970, con Valerio Miroglio e William Xerra, Tirelli inaugurò una grande mostra[7] alla Certosa di Valmanera presso Asti con la presentazione di Ferdinando Albertazzi e il servizio fotografico di Aldo Pennazzi. Albertazzi, riguardo alle strutture esposte da Tirelli nella mostra, ebbe a scrivere: «...Gli spazi abitabili che Tirelli estrae dal suo cilindro sono davanti a noi e subito intorno a noi. Ci circondano per liberarci: Tirelli ammaestra i fili di una marionetta che brancola nel bianco, che si fa bianca per vocazione e ci riflette nello specchio che ci scaraventa dove le cattedrali saltano di bianco in bianco, per ipotizzare i colori.» Nel 1973 si tenne una personale di Tirelli presso la galleria Ciak di Roma. «... L' opera di Tirelli si raccomanda, oltre che per un'esecuzione mirabile (che si fa sempre più evidente nei lavori degli ultimi anni) di mostrare la lotta tra le forze che esistono nell'uomo e nel mondo e le forme esterne. Questa compressione che cerca di impedire o di contenere una materia irrefrenabile trova espressione in diverse opere dell'artista che mostrano tutte un denominatore comune: la forza irruente e prorompente che urge all'interno dell' uomo e vuol farsi strada, a costo di rompere gli esistenti schemi, le ordinarie strutture. [...]» Nel maggio del 1975 espose presso lo Studio Arti Visive di Matera, diretto da Franco di Pede.[10][11] Durante questa occasione, Tirelli donò al comune di Matera una sua opera.
Nello stesso anno espose su invito alla decima Biennale del Bronzetto a Padova. «... Alla forza chiusa, legata ai labirinti strutturati dal potere e perciò contrapposti allo spazio, perché privi della capacità di gareggiare, la scultura di Tirelli contrappone la fluida tensione di una energia creativa [..]» Nel 1979 espose con una personale alla Fondazione Viani di Viareggio (Lucca). Anche in questa occasione la presentazione della mostra fu affidata a Luigi Tallarico che ebbe a scrivere: «...Il tema dominante della scultura di Roberto Tirelli è rappresentato dal conflitto che serpeggia tra la struttura diacronica e la tensione dinamica di una vita rattenuta in quella barriera, che si matura con gli errori del tempo e che si è conservata nel tempo. Una sorta di furente attualità sincronica esplode, poi, per converso, tra quelle strutture per l' insorgere di forze organiche, che si pongono in relazione vitale e spazio-temporale agli eventi drammatici del nostro tempo.» Nel 1982 gli viene assegnato un premio per la scultura al Premio Manciano di Grosseto. Gli anni a Sacerno di CalderaraNegli anni '70 Tirelli trasferì la sua attività artistica dallo studio bolognese alla canonica della chiesa di Sant'Elena di Sacerno di Don Antonio Passerini, "valido compagno, buon confessore e ottimo consolatore"[12]; dove trascorse trent'anni della sua vita ed elaborò le sue ultime creazioni appartenenti al periodo delle lamiere inchiodate. Il suo lavoro culminò nel 1981, quando, con la presentazione di Lino Cavallari, realizzò un ambiente in lamiera inchiodata presso la storica torre campanaria della chiesa. «... Il suo appassionato e appassionante lavoro di artista veramente appartato è dunque un incitamento alla lotta verso finalità altamente positive, malgrado una delle più acute antinomie del pensiero umano, quella fra creazione e necessità, fra legge e libertà, fra determinato e imprevedibile.» Dal 1988 Tirelli decise di non esporre più in vita ma continuò a lavorare e produrre opere all' interno del suo studio. La donazione e gli anni più recentiNel 2001 Giorgio Di Genova inserì Tirelli in quel gruppo di scultori che, a suo dire, si fecero maggiormente testimoni della ricchezza della scultura italiana durante gli anni '30; in particolare auspicò una riscoperta di Tirelli "per le complesse costruzioni in alluminio a cui da decenni si dedica".[14] Nel 2004 Tirelli donò un patrimonio di 101 sculture e oltre 500 opere grafico-pittoriche al comune di Castel San Pietro Terme[16] in provincia di Bologna. La donazione fu formalizzata con una cerimonia di sottoscrizione alla presenza dell'allora sindaco Graziano Prantoni. L'unica clausola che lo scultore pose all'atto della donazione fu che le opere fossero esposte al pubblico con una mostra antologica postuma. Nel 2010 lo scrittore Rino Battistini si occupa ampiamente dello scultore Tirelli nel suo volume La Rotonda e la Chiesa di Sant'Elena a Sacerno[17]. A partire dalla fine del 2011 Tirelli affianca al lavoro di scultore quello di illustratore, dedicandosi, in alcuni casi, a tematiche per lui nuove. Nel 2012 un disegno di Tirelli dal titolo Il Littoriale di Bologna, sito storico breriano fu pubblicato sui Quaderni dell' Arcimatto, studi e testimonianze per Gianni Brera[18]. Nel 2014 un secondo disegno di Tirelli, dal titolo Gianni Brera, il periodo dell'infatuazione, fu pubblicato sul terzo volume dei Quaderni dell' Arcimatto, studi e testimonianze per Gianni Brera, volume 3. Nel 2015 un disegno di Tirelli dal titolo Bologna bombardata, 1943-44 appare sulla rivista Il Pepe Verde. Il disegno, in questa occasione, è dedicato al critico Luigi Lambertini.[19] Note
Bibliografia
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