Infeudazioni delle terre della sponda orientale del Lario si ebbero già dal XIII secolo sotto il dominio dell'arcivescovo di Milano; Giacomo Andreani nel 1271 fu reinvestito a titolo feudale dall'arcivescovo Ottone Visconti della «metà di sette parti della decima della frutta e della terza parte della giurisdizione della pieve di Dervio, nonché della metà dei sette decimi di un quarto delle decime del Monte di Varenna»; l'investitura fu riconfermata ai discendenti almeno fino al 1355.[1]
Per notizie di altri feudatari si deve arrivare alla seconda metà del XV secolo: nel 1467 i Malacrida erano indicati come feudatari di Corenno, Dervio, Varenna e Bellano;[3] nel 1469 il feudo di Mandello fu assegnato a Tomaso Tebaldi dal duca Galeazzo Maria Sforza.[4] Già nel 1472 Lorenzo da Pesaro venne investito del feudo di Varenna, Bellano, Dervio e Corenno, nonostante Varenna e Bellano avessero preteso l'approvazione di alcune richieste per giurare fedeltà al nuovo feudatario.[5]
L'unificazione del feudo delle terre della sponda orientale del lago di Como si ebbe con il conte Pietro II Dal Verme: nel 1480, dopo le nozze con Chiara Sforza, ottenne in dote il feudo con Mandello, Bellano e Varenna e l'anno successivo si aggiunsero Dervio, Corenno e Monte Introzzo.[6] Nel 1485, alla morte del Dal Verme, il feudo fu confermato alla vedova.[4]