Riccardo Grazioli Lante della Rovere
Riccardo Grazioli Lante della Rovere (Roma, 21 aprile 1887 – Homs, 28 ottobre 1911) fu un ufficiale della Regia Marina italiana che combatté con il grado di sottotenente di vascello durante la guerra italo-turca, nella quale cadde; fu decorato con medaglia d'oro al valor militare alla memoria. BiografiaRiccardo nacque a Roma, primo figlio ed unico maschio del nobile Giulio Grazioli Lante della Rovere (figlio a sua volta di Pio, II duca di Santa Croce di Magliano e di sua moglie, Caterina Lante Montefeltro della Rovere) e di sua moglie Maria Lavaggi, figlia del marchese Ignazio. Compie gli studi a Roma e nel 1904, conseguita la maturità classica, venne ammesso all'Accademia Navale di Livorno, per frequentare i corsi normali per ufficiali del corpo di stato maggiore, imbarcandosi, in qualità di allievo sulla nave scuola Amerigo Vespucci e poi sulla nave scuola Etna.[1] Dopo essere uscito dall'Accademia navale nel 1907 con il grado di guardiamarina venne imbarcato prima sulla nave da battaglia Regina Margherita.[2] e avendo fatto richiesta di destinazione all’estero, venne destinato sull'ariete torpediniere Vesuvio[1][2] all'epoca di stanza nei mari della Cina, destinazione raggiunta nell'aprile del 1908[1] e quando la nave venne richiamata in Patria richiese di essere trasferito sull'ariete torpediniere Puglia, l'unità che avrebbe sostituito in Estremo Oriente il Vesuvio e sulla quale venne imbarcato dal 2 gennaio al 28 dicembre 1909, per essere poi trasferito, alla partenza della nave presso il distaccamento Marina di Pechino, dove nel 1910 fu promosso sottotenente di vascello.[2] Nel maggio 1911 fu richiamato in patria, dove giunse nell'agosto successivo per essere imbarcato, allo scoppio della guerra italo-turca, sull'ariete corazzato Marco Polo per partecipare alla campagna di Libia.[2] Morì il 28 ottobre 1911 combattendo nei pressi di Homs.[2]. Le spoglie furono trasportate a bordo della nave ospedale Regina Margherita del Sovrano Ordine Militare di Malta, prima a Tripoli e da lì a Napoli a bordo del piroscafo Enrichetta. Prima di lasciare Homs, la salma, a bordo di un’imbarcazione, fu portata sottobordo al Marco Polo, e con tutto il personale schierato a poppa, si svolse una breve cerimonia funebre, al termine della quale furono deposti sulla bara “fasci di palme intrecciate a corona, in riva al suo mare, in vista delle trincee da lui difese e della nave nella quale non è più tornato. Giunta a Napoli, la bara fu trasportata dall'arsenale alla stazione Centrale e poi in treno fino a Roma.[1] I funerali si svolsero alla presenza di numerose autorità e personalità e la partecipazione di un reparto di bersaglieri reduci di Homs, concludendosi con la sepoltura nella cappella di famiglia al cimitero del Verano. Per il coraggioso comportamento in combattimento a Grazioli venne conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria[3] e il suo nome venne dato, nel 1932, alla caserma del distaccamento Marina di Roma.[2] RiconoscimentiSul prospetto di Palazzo Grazioli in via del Plebiscito a Roma, si può notare una targa marmorea commemorativa con la Vittoria Alata che domina al centro, da un lato il busto dell’Eroe, dall’altro lo stemma familiare, e nella parte centrale e inferiore una lapide in forma di sepolcro che racchiude la scritta che segue: IL SOTTOTENENTE DI VASCELLO
RICCARDO GRAZIOLI LANTE DE LA ROVERE «Il 23 ottobre ad Homs, dopo aver compiuto arditamente una missione a terra sul terreno battuto dal fuoco nemico, sbarcato una seconda volta per raccogliere notizie, affidò ad altri l'incarico avuto di portarle a bordo e di propria iniziativa accorse a sostituire il comandante della batteria da sbarco rimasto ferito.
Rianimò ed infuse nuovo ardimento negli uomini esausti per le perdite subite, le fatiche ed il digiuno; provvide a raccogliere il materiale gravemente danneggiato e, malgrado l'oscurità della notte e il non interrotto fuoco nemico, attraverso gravi difficoltà del terreno, ricondusse la batteria al completo nei trinceramenti. Il 28 ottobre, pure ad Homs, esempio ai suoi di eroica fermezza, comandò la batteria da sbarco della sua nave esponendosi arditamente al fuoco nemico per dirigere il tiro, finché cadde mortalmente ferito.»— Homs, 23 - 28 ottobre 1911 Albero genealogico
Note
Bibliografia
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