Nato a Casola di Napoli il 2 gennaio 1953, Iozzino entrò per la prima volta nella Polizia nel 1971, frequentando la Scuola di Allievi di Alessandria fino a prestare servizio presso il reparto mobile di Roma, diventando Guardia di Pubblica Sicurezza.
Verso le 9:00 del mattino del 16 marzo 1978, Iozzino, insieme ai suoi colleghi agenti Giulio Rivera e Francesco Zizzi e ai carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci, si era recato a prelevare il presidente della DC Aldo Moro per accompagnarlo al Parlamento a discutere della fiducia al nuovo governo Andreotti formato tre giorni prima. Appena giunsero in via Fani le due auto che scortavano Moro vennero bloccate da un commando di terroristi appartenenti alle Brigate Rosse che fecero fuoco sulle vetture uccidendo tutti i membri della scorta per poi rapire il politico democristiano. Nella sparatoria l'agente Iozzino era riuscito a scendere dall'auto e a sparare due colpi prima di essere raggiunto dai proiettili esplosi dai terroristi.
«Componente di scorta automontata per il servizio di sicurezza ad eminente personalità politica assolveva al proprio compito con sprezzo del pericolo e profonda abnegazione. Durante proditoria aggressione perpetrata, con estrema efferatezza, da un gruppo di terroristi veniva trucidato da numerosi colpi d’arma da fuoco mentre, con responsabile e coraggioso impegno, svolgeva la propria missione, sacrificando così la vita ai più nobili ideali di grande coraggio ed altissimo senso del dovere. Roma, 16 marzo 1978» — 16 febbraio 1979[1]
Note
^Sito web dell'ANPS, su anpsarezzo.it. URL consultato il 17 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2023).