Quartetto per archi n. 22 in si bemolle maggiore, K. 589 |
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Compositore | Wolfgang Amadeus Mozart
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Tonalità | si bemolle maggiore
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Tipo di composizione | quartetto per archi
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Numero d'opera | K. 589
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Epoca di composizione | maggio 1790
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Pubblicazione | Vienna, Artaria, 1791
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Dedica | Federico Guglielmo II di Prussia
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Durata media | 25'
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Organico | due violini, viola, violoncello
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Movimenti |
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- Allegro
- Larghetto
- Menuetto: Moderato - Trio
- Allegro assai
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Manuale |
Il Quartetto per archi n. 22 in si bemolle maggiore K. 589 è il secondo dei tre quartetti d'archi (K 575, K 589, K 590) che Wolfgang Amadeus Mozart scrisse fra il giugno 1789 e il giugno 1790 su commissione da parte dell'allora re di Prussia, Federico Guglielmo II[1]. L'ordinazione pervenne a Mozart durante il viaggio che egli fece a Berlino nell'aprile 1789; il re Federico Guglielmo II, che era un buon suonatore di violoncello, commissionò a Mozart sei quartetti per archi, ma il musicista ne portò a compimento soltanto tre, che a causa della loro origine sono comunemente soprannominati "Quartetti prussiani"; le tre partiture sono caratterizzate dal ruolo importante che in esse è attribuito alla parte del violoncello[2]. È stato ipotizzato che, ad un certo punto, Mozart si sia stancato di dover ottemperare alla condizione, postagli dal sovrano, di privilegiare la parte del violoncello, e che tale insofferenza sia stata un motivo per il quale l'ordinazione rimase parzialmente inevasa[3].
Mozart compose il Quartetto K. 589 nel maggio del 1790, subito dopo Così fan tutte[4].
Il primo movimento, Allegro, è in forma-sonata. Nessuno dei due temi è particolarmente caratterizzato: il primo tema è diviso in due parti, la prima in semicrome e la seconda in terzine affidata al primo violino con una risposta del violoncello; il secondo tema, in Fa maggiore, è anch'esso esposto dal violoncello. Lo sviluppo è basato sul primo tema e inizia in modo minore per proseguire con elementi d'imitazione a canone[4][1].
Il secondo movimento, di concezione assai semplice, è un Larghetto in mi bemolle maggiore, in forma-sonata ma senza sviluppo[4]; vi ha grande rilievo il violoncello, con una melodia cantabile nel registro acuto[1].
Nel terzo movimento, Menuetto, è notevole il Trio in mi bemolle maggiore, molto esteso e di grande inventiva timbrica e armonica[5].
Il quarto e ultimo movimento, Allegro, è un rondò, in Si bemolle maggiore, in ritmo di sei ottavi, basato su di un unico tema principale; notevole l'audacia armonica di alcune modulazioni, che conducono il brano attraverso le tonalità successive di Fa maggiore, Re bemolle maggiore, Si bemolle maggiore e La minore; in proposito, Massimo Mila richiama il parere di alcuni musicologi i quali, in questo e in altri luoghi degli ultimi quartetti di Mozart, vedono significative anticipazioni dell'atonalità[6].
Note
- ^ a b c Note di copertina di Maria Grazia Sità all'edizione discografica, Mozart - i dieci grandi quartetti per archi, Alban Berg Quartet, CD n. 4, allegato al n. 66 di "Classic Voice", novembre 2004.
- ^ Mila, pp. 69-70.
- ^ Mila, p. 80.
- ^ a b c Mila, p. 73.
- ^ Mila, p. 74.
- ^ Mila, pp. 75-6.
Bibliografia
Collegamenti esterni